Sembra un quadro d'autore. L'europeo di calcio della rinascita nazionale prende forma nelle condizioni ideali. L'Olimpico riapre i tornelli a una fetta di pubblico: per loro sarà come uscire da una prigione. È possibile che questa presenza recuperata si trasformi in una spinta psicologica per gli azzurri di Mancini i quali possono godere del fattore campo nelle tre sfide del girone. In tribuna c'è anche Mattarella, emblema di un Paese che ha voglia di rialzare la testa dopo lunghi e cupi mesi. L'entusiasmo di Roma può risultare contagioso: già ieri, all'arrivo della Nazionale da Firenze, c'è stata un'accoglienza festosa, pareva di rivedere alcune scene di Italia '90. La nuova Italia di Roberto Mancini è reduce da una striscia impressionante di risultati: 27 di fila sono più di un collaudo anche se sono mancate le sfide più prestigiose, Olanda a parte. È anche molto giovane, dotata perciò di quella freschezza che può risultare decisiva negli snodi cruciali del torneo. Di recente, il limite storico - la mancanza di un bomber doc - risulta colmata oltre che dalle cifre di Immobile e Belotti anche dalla creatività di Insigne, che è la nostra musa. Non è mancato un briciolo di fortuna. I due centrocampisti arrivati in ritiro con qualche acciacco (Sensi e Pellegrini) si sono arresi prima del via, così da consentire al ct degna sostituzione numerica. Dinanzi a uno scenario così favorevole, chi ha un briciolo d'esperienza può e deve chiedersi: dove si nasconde l'insidia? La risposta immediata è condensata nel valore del debutto con la Turchia. Siamo reduci da tre anni e mezzo pieni di cambiamenti generazionali, di amichevoli e gironi non molto impegnativi. L'ultimo precedente identico è fermo alla notte da incubo di San Siro con la Svezia, novembre del 2017 quando perdemmo la faccia e anche il mondiale di Russia. Stasera è il brivido del vincere subito che può giocare qualche scherzo. La Turchia è piena di calciatori addestrati dai campionati europei: hanno rotto le catene, come racconta il suo ex ct Terim. E bisognerà perciò mostrare subito la maturità degna del blasone azzurro con le quattro stelle. Si tratta di una qualità che non si compra al mercato, si acquista partita dopo partita.
Cominciare bene darebbe slancio alla missione e sicurezza a una Nazionale che del coraggio e del calcio giocato bene ha fin qui fatto una religione. Da stasera il passato non conta più. Conta solo regalare un sorriso a una platea immensa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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