C'è una manciata di persone per cui ogni viaggio ad Abu Dhabi può diventare un incubo perché si trascina dietro dei ricordi che fanno ancora male. Pensate a Fernando Alonso o Stefano Domenicali. Ma soprattutto ad Andrea Stella che in questo fine settimana ha la grande chance di bersi una bella dose di scaccia (cattivi) pensieri. Il team manager della McLaren arriva a giocarsi il Mondiale Costruttori, un titolo che al team inglese manca dal 1998, con 21 punti di vantaggio sulla Ferrari. Il 14 novembre 2010, quando Stella era l'ingegnere di pista di Alonso, Fernando era arrivato all'ultima gara della stagione con 8 punti di vantaggio su Webber e 15 su Vettel che poi gli soffiò il titolo. «Se potessi tornare indietro nel tempo e cambiare qualcosa, sicuramente mi fermerei ad Abu Dhabi 2010 ha detto poco tempo fa - . Vorrei un titolo iridato con la Ferrari. Era il primo anno con Fernando e abbiamo sfiorato il campionato, ma alla fine non siamo riusciti a vincerlo».
Un errore strategico devastante: la Ferrari andò a marcare Webber, regalando il titolo al suo compagno di squadra. C'è una comunicazione via radio che Stella fece ad Alonso che racconta tutta la disperazione di quel pomeriggio, mentre Fernando non riusciva a superare la Renault di Petrov. «Abbiamo bisogno di tutto il tuo talento, sappiamo che è immenso. Usalo». Una frase che Stella non vorrebbe dover ripetere a Norris o Piastri domenica quando i suoi ragazzi si giocheranno il Mondiale con la Ferrari. Anche a loro in fin dei conti basterebbe un piazzamento. Con una doppietta Ferrari e il giro veloce di Leclerc e Sainz, alla McLaren basterebbero anche un terzo e un quarto posto Una situazione che ricorda molto quella del 2010
Va detto che Alonso, uscito distrutto da quel weekend, non perse mai la sua fiducia in Andrea Stella, tanto da chiedergli di seguirlo quando poi andò in McLaren dove ha poi scalato tutte le posizioni fino a diventarne il Team Principal, l'uomo che ha segnato la riscossa di un team storico che da anni non lottava per il campionato. La beffa per quest'ingegnere aerospaziale nato a Orvieto nel febbraio del 1971, entrato a Maranello nel 2000 e andatosene nel 2015 è che se ad Abu Dhabi dovesse andargli bene, a piangere sarebbe ancora una volta la Ferrari, il suo team del cuore, quello che lo ha fatto diventare uno degli uomini di punta della Formula 1 di oggi.
Potrebbe vendicare il suo 2010, ma non quello della Ferrari che allora era diretta da Domenicali. Stefano sarebbe uno dei primi a fargli i complimenti, anche perché mai la F1 avrebbe pensato di arrivare fin qui con un titolo ancora in palio e la Red Bull fuori dai giochi.
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