Primi nel Mondiale dei team, secondi nella classifica piloti a 21 punti dalla vetta: Aprilia c'è e strizza l'occhio al titolo iridato, il primo in MotoGP che andrebbe a coronare un palmares d'eccezione che conta ben 54 sigilli, 38 dei quali tra 125 e 250 cc. Dietro a questo capolavoro italiano, un gruppo unito capitanato da Massimo Rivola, ad di Aprilia Racing dal 2019.
Siete secondi nel Mondiale piloti.
«Abbiamo lavorato duramente per questo, ma quello che mi rende orgoglioso è il 1° posto nella classifica squadre. I podi e le vittorie sono il frutto del lavoro di un team fatto di piloti, ingegneri e meccanici. Assen segna uno spartiacque: andiamo in ferie con la conferma della crescita di Viñales, una rimonta capolavoro di Aleix e una ferita nell'armatura di Quartararo, che rimane comunque il riferimento».
Come si può battere Quartararo?
«Continuando a migliorare la moto. Sappiamo quali sono le aree».
E a livello piloti?
«Mi aspetto una lotta a tre tra Fabio, Aleix e Bagnaia. Ma non escludo neanche Bastianini e Martin. Presto arriveranno anche piste storicamente favorevoli a Ducati come l'Austria, Silverstone, Aragon... e Philip Island per noi.
Ad Assen abbiamo rivisto Viñales finalmente sul podio.
«È un campione e ci aspettavamo un tempo di adattamento lungo dopo 7 anni con una moto diversa».
Quanto ad Espargaro, l'imperativo è vietato sbagliare?
«Aleix è un pilota speciale e anche in Olanda ne ha dato prova, facendo una rimonta alla Valentino Rossi. Lo vedo pronto a lottare per il titolo».
Come avevate vissuto ai box l'errore di Barcellona che gli è costato il podio?
«Con tanto affetto, perché Aleix mette il cuore davanti ad ogni ostacolo. Quella svista lo ha reso ancora più forte».
Con due moto siete davanti allo squadrone Ducati. Come si vive questa sfida tutta italiana?
«Con soddisfazione, anche se credo che saranno ancora più forti nella seconda parte di stagione. Per vincere bisogna però battere tutti, per cui stiamo approfittando dell'assenza di Marquez e di una Honda in crisi».
E adesso uno sguardo anche all'Indonesia, mercato principale dei colossi giapponesi.
«Il team satellite ci aiuterà a crescere e sono molto contento di avere a nostro fianco Razlan Razlani».
Tanto lavoro ma anche il coraggio di osare, qual è il segreto di Aprilia Racing?
«Lavorare seriamente, crederci e convincere le persone coinvolte che si può fare. Abbiamo un bel team di ragazzi e l'integrazione di ingegneri venuti dalla F1 ha permesso di avere prospettive diverse oltre all'introduzione di un metodo di lavoro più strutturato. Infine, la proprietà. Abbiamo chiesto tanto in questi anni e il Gruppo Piaggio ci ha sempre supportato. Adesso ci vorrebbe anche uno sponsor importante».
Con la sua esperienza in F1 (ex Ferrari), cosa può rendere la MotoGP ancora più avvincente?
«Un forte dualismo come Leclerc-Verstappen e una Ferrari vincente sicuramente aiutano.
Anche noi dovremmo raccontare meglio i nostri personaggi, vedi Espargaro, un pilota che non ha mai vinto niente che si trova in lotta per il titolo a 32 anni. Quanto al format, non sono un amante della sprint race, ma bisogna fare qualcosa per avvicinare di più la MotoGP ai giovani. Infine, un occhio al calendario. Occorre evitare sovrapposizioni come Mugello e Monte Carlo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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