L'Inter di Simone Inzaghi è ancora malata, molto malata e fino a questo momento non si riesce a intravedere la luce in fondo a questo scurissimo tunnel. I nerazzurri hanno perso la quarta partita stagionale in campionato, contro Lazio, Milan, Udinese e Roma, la quinta se si considera anche la Champions League contro il Bayern Monaco, contro altrettante cinque vittorie, quattro in campionato contro Lecce, Spezia, Cremonese e Torino e una in Europa contro il Viktoria Plzen.
La classifica piange con 12 punti che valgono il nono posto in coabitazione con il Sassuolo, a meno uno dalla Juventus, meno 4 dalla Roma, meno 5 da Milan e Lazio e meno 8 dalla coppia di testa formata da Napoli e Atalanta. 14 gol realizzati a fronte di 13 subiti, come Salernitana, Verona e Bologna, un'enormità se si pensa che peggio dei nerazzurri hanno fatto solo Sampdoria, Monza, Cremonese, Spezia. Urge trovare presto le contromisure in campionato visto che la vetta dista già otto punti. Per tornare a stagioni così disastrose bisogna tornare al 2011-2012 (Gasperini, Ranieri, Stramaccioni) e al 2015-2016 quando in panchina sedette Franck de Boer.
Vero è che mancano ancora 30 giornate e il campionato si stopperà a metà novembre, alla quindicesima giornata, per poi riprendere i primi giorni di gennaio con le ultime 23 tappe da vivere tutto d'un fiato. Simone Inzaghi, al momento, non rischia il posto ma ora la sua posizione non è più cosa certa come qualche settimana fa.
Il tecnico è sempre il primo responsabile e lui stesso al termine di Inter-Roma (partita persa immeritatamente dai nerazzurri ma pur sempre persa), ad ammettere di sapere di essere in bilico da sempre: "Se mi sento a rischio? Lo siamo sempre, ogni settimana, ho avuto una grandissima risposta da parte della squadra. Dobbiamo lavorare di più sugli episodi, dovevamo scappare prima sul secondo gol, avevamo concesso solo un angolo e una punizione laterale dubbia. Abbiamo preso un gol pesante". Inzaghi sta provando a trovare un'arringa difensiva credibile ma al netto degli errori individuali dei suoi calciatori, di una condizione psico-fisica precaria, degli infortuni e della cattiva sorte, sta mancando proprio lui all'appello in questa stagione: ed è per questo motivo che è l'uomo in meno della settimana.
Una situazione difficile
Inter-Roma è la giusta analisi del momento che sta vivendo la squadra di Inzaghi che avrebbe meritato quantomeno il pareggio se non la vittoria, ma che è invece uscita dal campo con zero punti e per colpa di suoi errori individuali. Due occasioni concesse alla Roma e due gol subiti. Il primo su sull'ennesima palla banale persa a centrocampo, con un Samir Handanovic ancora una volta non irreprensibile sul tiro al volo, parabilissimo, di Dybala. Il numero uno sloveno, si tuffa in ritardo e di fatto butta la sfera nella propria rete causando l'1-1.
La rete del 2-1, poi, è di una dormita generale della difesa nerazzurra con lo svagato Milan Skriniar primo colpevole nella circostanza. Le domanda a Inzaghi sorgno così spontanee: perché non puntare sul più giovane e sicuramente affidabile André Onana? Perché insistere ancora su un portiere che ha dato segnali di cedimento da ormai 3 stagioni?. "Spiace per i ragazzi, usciamo dal campo con una sconfitta immeritata ma questo è il calcio. Dobbiamo fare di più, perdiamo una partita dove Handanovic non ha fatto una parata, abbiamo preso pali e traverse ma questo è il calcio. Ci sono partite segnate, si vede che quello che stiamo facendo non basta", questa la tesi di Inzaghi che dovrebbe forse scegliere di puntare su Onana evitando l'alternanza ma soprattutto definendo una gerarchia chiara e netta.
La scelta del modulo, la scarsa affidabilità stagionale di alcuni giocatori chiave come Samir Handanovic, Stefan de Vrij, Milan Skriniar, Alessandro Bastoni, Hakan Calhanoglu e Nicolò Barella stanno pesando e non poco sull'economia della stagione nerazzurra che sembra già compromessa dopo solo otto giornate. Inzaghi, come sempre, ha tentato di mettere le pezze tentando di giustificare una situazione paradossale in casa Inter ma che non può essere più tollerata dalla società che pare si sia anche irritata per alcune dichiarazioni del tecnico alla vigilia di Inter-Roma: "Dove vado io arrivano trofei, si dimezzano le perdite e aumentano gli incassi".
Martedì ci sarà una delicata sfida contro il Barcellona da affrontare ancora una volta senza Romelu Lukaku che sarebbe dovuto essere l'uomo in più ma che ad oggi per via degli infortuni e
l'uomo in meno di questa Inter. Mai come Simone Inzaghi, però, che con scelte di formazioni e cambi discutibili e testardaggine nel non cambiare modulo sta compromettendo quanto di buono fatto vedere nella passa stagione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.