La speranza è che sia la notte dell'Inter, il rischio è che diventi il capolinea di Inzaghi. Andata del quarto di Champions a casa del Benfica, il punto più alto nella carriera del tecnico, che infatti ha definito storico il traguardo, dopo averlo tagliato nella battaglia di Oporto. Conta poco che l'Inter non arrivasse fin qui da 12 anni, conta di più che la squadra sia scivolata dalle prime 4 posizioni in campionato (sarebbe sesta, senza il -15 della Juventus). È da lì che viene la virtuale condanna sul futuro di Inzaghi. Per questo da qui in avanti ogni partita è un dentro o fuori soprattutto per il tecnico.
Paradossalmente, a Lisbona l'Inter può persino perdere, dipende come, dipende quanto. L'importante è rimandare il verdetto alla sfida della prossima settimana, fra le mura amiche di San Siro. In caso contrario, non si può escludere nulla. Inzaghi confida ovviamente di salvare la pelle anche stavolta. Se l'è già cavata col Barcellona e poi col Porto, fermarsi ora sarebbe più doloroso, anche se l'ostacolo è di quelli impegnativi, chiedere alla Juventus per conoscenza, o guardare al percorso stagionale del Benfica, che però venerdì scorso ha perso in casa proprio col Porto (a -7 in classifica) e quindi non è imbattibile.
Il tecnico tedesco Schmidt parla con rispetto dell'Inter e di Inzaghi, non si fida degli ultimi risultati nerazzurri (1 vittoria in 8 partite, con 4 sconfitte) o per lo meno è quello che dice. Stasera non avrà per squalifica il campione del mondo Otamendi, in una difesa alquanto rabberciata perché è a rischio anche Grimaldo. I pericoli sono tanti, cominciando dal bomber Goncalo Ramos e dall'ex Joao Mario, tornato a Lisbona quello che non è mai stato, a Milano.
Inzaghi rilancia il suo mundialista Lautaro, presumibilmente accanto a Dzeko (solito dubbio con Lukaku da sciogliere poco prima dell'inizio). Non ci sono Skriniar e Calhanoglu, sarà dura vederli anche mercoledì prossimo a San Siro, mentre rientrano Bastoni e Brozovic. Dimarco favorito su Gosens, che però è stato fra i migliori a Salerno, nell'ultima sciagurata prestazione nerazzurra.
Benfica-Inter è anche un pezzo di storia, l'unico quarto di nobiltà fra due club che hanno vinto la Champions, già Coppa Campioni: 3 volte l'Inter, 2 i portoghesi (l'ultima però nel 1962). Il Benfica corre tanto e visto il momento dell'Inter sembra questo il principale punto debole di Inzaghi. La squadra dura un tempo, un'ora al massimo, che sia la prima o l'ultima, poi è tutta nervi e pancia, poca testa. Così arrivano gli errori, dietro come davanti.
Lautaro Martinez non segna dal 5 marzo e i suoi numeri in Champions sono sempre terribilmente deficitari: 3 gol nelle ultime 23 partite, segnati però a Madrid, Liverpool e Barcellona. Lisbona sembra il posto ideale per aggiornare le statistiche, Inzaghi gliene sarebbe particolarmente grato.
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