"Ora che l'ho eguagliato, mi tocca battere il mio maestro Gibilisco. Posso farcela"

L'azzurro ha saltato 5,82 m (record italiano). La stessa misura raggiunta 19 anni fa dall'ex campione del mondo che adesso lo allena. E a Istanbul...

"Ora che l'ho eguagliato, mi tocca battere il mio maestro Gibilisco. Posso farcela"

È sul tetto d'Italia ma non gli basta: vuole la cima d'Europa. Claudio Michel Stecchi, 31enne fiorentino di Bagno a Ripoli, è reduce dall'impresa di Lievin, dove ha saltato 5,82 metri nell'asta eguagliando dopo 19 anni il record italiano indoor del mito Giuseppe Gibilisco, suo allenatore, impazzito di gioia in tribuna per il risultato dell'allievo tempestato dai guai fisici nelle ultime due stagioni. In Francia, lo stesso Paese in cui «Gibi» fu d'oro ai Mondiali del 2003 (quest'anno cade il ventennale dell'impresa dell'indimenticabile notte di Saint-Denis a Parigi), Stecchi è stato battuto soltanto dal marziano svedese Armand Duplantis, fresco di primato del mondo ma che ha preferito saltare gli Europei indoor di Istanbul al via da domani. L'occasione, insomma, è ghiotta per il portacolori delle Fiamme Gialle per salire su quel podio sfuggito nell'edizione di Glasgow 2019 (fu quarto).

Che cosa significa aver eguagliato il suo maestro?

«Non ho parole, dopo un anno e mezzo senza gare (da Tokyo, luglio 2021, ndr) potevamo anche accontentarci di misure inferiori e di pensare alla stagione all'aperto che culminerà con i Mondiali di Budapest ad agosto. E invece, gara dopo gara, abbiamo capito che si poteva salire, e di tanto».

Come si sta lassù a 5,82 m? Che sensazioni ha provato?

«Che c'è poco spazio. Uno dei due deve scendere No, a parte gli scherzi: si sta bene. Tra l'altro, non sapevo che lui avesse fatto il primato di 5,82 metri nello stesso giorno di diciannove anni fa. Se l'avessi saputo, dentro di me avrei esultato in maniera diversa. È comunque una cosa particolare, non succede tutti i giorni».

Adesso, a cosa punta?

«Fare adesso 5.85 a livello indoor non cambierebbe niente, l'obiettivo è fare questa misura all'aperto per poi arrivare a 5,90 o di più. I 6 metri? Adesso sono un po' meno lontani».

Agli Europei per fare cosa?

«Non sono scaramantico, mi sento in ottima forma, l'ho dimostrato nelle ultime gare. Penso di essere nella forma migliore della carriera. Con il 5,82 di Lievin sono quarto nelle liste europee della stagione, vedremo cosa succederà senza Duplantis. Saremo in nove a giocarci la medaglia».

Gibilisco che allenatore è?

«È uno che, come quando era un atleta, non molla mai. Lotta ogni giorno per farmi fare un cm di più rispetto a quello che ha fatto lui. Dopo il record di Lievin ci siamo abbracciati perché non c'era tanto da dire, se non un grazie: entrambi sappiamo tutte le difficoltà che abbiamo affrontato in questi ultimi due anni (operazione ad un'ernia inguinale, problemi ai tendini, ndr). Abbiamo ripreso ad allenarci soltanto nel settembre dello scorso anno, ma non ho mai pensato di smettere. E a 31 anni, abbiamo capito che ricominciando avrei dovuto cambiare qualcosa. Ed infatti, abbiamo modificato la tecnica di rincorsa: prima partivo da fermo, ho saltato così dai 15 ai 30 anni, adesso abbiamo introdotto un pre-avvio. I risultati per ora ci danno ragione».

Anche lei come Ceccarelli, il 23enne che agli Assoluti ha battuto Jacobs sui 60 metri, sogna di fare l'avvocato?

«Nel 2017 ho preso la laurea magistrale in giurisprudenza, spero che mi possa servire quando inizierà la mia seconda carriera».

Nel tempo libero?

«Mi piace

molto andare in bici. Io poi sono del Chianti, lì ci sono tanti percorsi con salite. In fondo, noi astisti siamo abituati a guardare sempre all'insù. Ma sabato sarò alle prese con la gara e mi perderò le Strade Bianche...».

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