Dopo il primo podio di Luca Marini in MotoGP nella Sprint Race corsa il sabato, il GP Argentina la domenica ha portato al Team VR46 una soddisfazione ancora più grande, la prima vittoria nella classe regina, questa volta nella gara vera, quella che va a referto nell'albo d'oro del campionato. A vincerla è stato Marco Bezzecchi, detto Bez, nato a Rimini 24 anni fa, di cui abbiamo cominciato a sentir parlare nel 2018, quando vinse proprio in Argentina il primo GP, confermandosi poi protagonista della categoria per l'intera stagione. L'anno dopo era in Moto2 e nel 2020 nel Team Sky VR46 insieme a Luca Marini, ritrovato un anno fa quando Valentino Rossi, dato l'addio alle corse, è rimasto in MotoGP con la squadra che porta le sue iniziali e il suo numero. Perché lo ha fatto? Non per rimanere nel suo mondo: l'idea di passare le giornate in circuito senza correre non lo ha mai attirato e lo scorso anno sono state pochissime le volte in cui lo si è visto fisicamente ai box. Vale ha scelto di schierare una squadra in MotoGP - per dirlo con le sue parole: - «Perché è bello, perché le corse sono la mia vita. Perché mi piace guardare la gara e fare il tifo per i miei piloti. Se loro non ci fossero mi piacerebbe meno».
I suoi piloti li ha scelti col cuore, uno è il fratello Luca, l'altro il Bez, romagnolo ruspante che sfoggia sulla sella la scritta Sburoni si nasce. Da loro Vale quest'anno si aspetta una stagione da protagonisti. Quello che non si aspettava, era di salutare la prima vittoria del Team VR46 così presto. Sì, è vero, alla presentazione della squadra aveva detto: «Spero che con un anno di esperienza in più si possa fare un altro step, essere più avanti, lottare per vincere qualche gara, cercare di fare più podi possibile» ma di essere in testa al Mondiale MotoGP non osava pensarlo E invece eccolo là: primo Marco Bezzecchi, 50 punti, secondo Pecco Bagnaia, 41 punti. Per carità, con 38 gare ancora da disputare (divise equamente tre GP e Sprint Race) siamo davvero all'inizio della stagione, ma oggi Valentino può sognare il decimo titolo. Ok, da manager e non da pilota, ma diciamo la verità, Valentino Rossi è molto di più di un manager, è il coach che ogni pilota vorrebbe avere, è il compagno di allenamenti ideale perché con lui si alza il livello dell'allenamento, è un riferimento e una bandiera.
Con la Academy e con il Ranch ha dato a un bel gruppo di piloti la possibilità di crescere e affermarsi; ora, con la sua squadra, le sue moto, i suoi piloti, è di nuovo in testa al Mondiale. Perché non poter pensare di rimanerci? Il decimo titolo non è un miraggio.
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