Appena uscita dalla sbornia del trionfo nell'Eurocalcio, con festeggiamenti che avrebbero persino fatto salire la febbre del Covid in particolare a Roma e dintorni, da domani l'Italia è pronta a fare nuovamente squadra, a sguainare sciabole e carabine, a festeggiare stoccate e bersagli, ma soprattutto a sentirsi di nuovo unita là dove ci sarà una rappresentativa azzurra da seguire e per cui tifare. Perché è proprio attorno alle squadre che l'Italia sa fare squadra. Ed è sentimento ora talmente diffuso che persino un campione di una disciplina individuale come l'atletica, Filippo Tortu, ammette di preferire la staffetta ai suoi 100 m «perché lì si fa squadra...».
A Tokyo l'Italia schiererà sei Nazionali, e questo è già un bel risultato di partenza, perché vuol dire averne due in più rispetto alle due edizioni precedenti, alle quattro formazioni di Rio e Londra, anche se il record di Atene (8 squadre azzurre) resta purtroppo lontano. Un risultato raggiunto grazie anche a uno sport tornato nel gruppo olimpico proprio a Tokyo (il softball) e a una novità assoluta (il basket 3x3).
In assenza delle due Nazionali di calcio (fatto grave per un Paese altamente football-dipendente come il nostro), il grande merito di aver raggiunto quota sei va indubbiamente al basket che ha strappato il pass più difficile per il Giappone andando a vincere una partita da brivido in casa della Serbia: la squadra guidata da Meo Sacchetti torna così a canestro sotto i cinque cerchi a 17 anni di distanza dall'ultima apparizione, quella di Atene in cui centrò un magnifico argento. Scortata dalla presenza di Danilo Gallinari, l'ala milanese liberata per i Giochi dagli Atlanta Hawks, l'Italia del basket cercherà di fare il meglio in un girone complicato: «Con Germania, Nigeria e Australia abbiamo sfide difficilissime, ogni partita sarà decisiva. Ma i pronostici sono imprevedibili e siamo qui per dire la nostra», assicura il ct Sacchetti.
Ma ci sono altre due squadre azzurre maschili che partono per Tokyo con l'obbiettivo di arrivare fino in fondo e sono l'Italvolley e il Settebello. I primi, guidati dallo zar Ivan Zaytsev, punta a quell'oro eterno tabù della nostra pallavolo fin dai tempi di Julio Velasco: «Vivremo alla giornata, ma vogliamo fare qualcosa di speciale», ha promesso il capitano azzurro che vuole ripetere l'impresa del padre Vjaceslav, oro nel volley con l'Urss nell'80. Mentre i ragazzi della pallanuoto devono far valere in Giappone il titolo mondiale conquistato nel '19 poco lontano da qui, in Corea del Sud: «Saremo gli osservati speciali del torneo ammette Francesco Di Fulvio, miglior giocatore del mondiale vinto ma siamo pronti a dare l'anima. Il nostro obbiettivo è l'oro». Che all'Italia manca da Barcellona '92.
Chi cerca la prima medaglia olimpica è invece l'Italvolley al femminile, perché le azzurre hanno vinto un Mondiale nel 2002 ma non sono mai andate oltre il quinto posto ai Giochi.
E la Egonu non vorrà tornare da Tokyo solo col ricordo di aver portato la bandiera olimpica Così come sognano il podio le ragazze del softball, che hanno iniziato ieri il loro torneo perdendo 2-0 con gli Usa e questa mattina giocheranno già una sfida decisiva con l'Australia, e quelle del basket 3x3 che sono state anche campionesse del mondo. Vanno in campo solo in tre, ma anche loro avranno dietro tutta l'Italia.
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