Paolo ha fatto male: così parla da calciatore

Il rinnovo tarda. Per il dt vertici "poco rispettosi" verso lui e Massara

Paolo ha fatto male: così parla da calciatore

Paolo Maldini, lo sappiamo bene, non è un manager formatosi attraverso la frequentazione di qualche master all'università Bocconi. Paolo Maldini, un fuoriclasse da calciatore e da capitano del Milan, si è formato oltre che alla speciale scuola di papà Cesare, tra campi di calcio e spogliatoi. È stata la sua autentica laurea honoris causa. A quella competenza maturata negli anni e alle idee vincenti messe in pratica durante questi anni di guida dell'area tecnica rossonera, ha fatto ricorso per costruire, con il silenzioso ds Massara e gli altri preziosi collaboratori del settore, quello che gli viene riconosciuto come il capolavoro chiamato scudetto 2022. Nell'intervista pepata rilasciata alla Gazzetta dello Sport («trovo poco rispettoso che a oggi l'Ad e Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi...», il passaggio relativo al rinnovo suo e di Massara), Maldini ha parlato non da manager ma da direttore dell'area tecnica del Milan, interessato più ad alzare l'asticella per la prossima stagione scandita dalla Champions e dalla difesa del tricolore che a proteggere il clima festaiolo dei tifosi.

Il manager di un'azienda di così grande rilevanza mediatica come il Milan, dimostrata dall'eco del suo successo e dalla partecipazione di popolo ai festeggiamenti, avrebbe fatto altre riflessioni. Se non c'è il passaggio di azioni, come può il nuovo proprietario sedersi al tavolo e discutere dei piani industriali del futuro? Idem per chi sta cedendo il club, cioè per Elliott chiamato in causa direttamente da Maldini. Il rispetto della riservatezza, in occasione di uno svincolo così delicato, è un preciso comandamento in finanza. Ecco il punto: in finanza ma non nel calcio. Tra l'altro nell'esperienza negativa di Elliott c'è uno scomodo precedente di questo tipo: quando entrò a casa Milan scoprì che il cda precedente aveva appena rinnovato il contratto all'ad Marco Fassone che volevano congedare.

Su un punto infine, riferito alla dimensione del nuovo stadio (da 55mila posti, ndr), è emersa in modo plastico la diversa formazione tra la proprietà e l'uomo di calcio. Maldini, come la stragrande maggioranza dei tifosi, lo vorrebbe da 70-80mila. E alzi la mano chi non è d'accordo.

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