Se domenica sera l'Inter è uscita da San Siro senza riportare fratture, non si può certo dire la stessa cosa dall'assemblea condominiale di ieri.
Non sono volate né sedie né parole grosse, ma in compenso è decollato lo spread del bilancio 2014/2015 approvato dai soci nerazzurri. Un dato che fa più prurito dello scialbo zero a zero contro la Juventus: un rosso da 74 milioni di euro, tra oneri della precedente équipe tecnica guidata da Mazzarri (esonerato nel novembre 2014), contratti di vari giocatori comprati ma rispediti al mittente e vincoli imposti dal fair play finanziario. Il deficit consolidato al 30 giugno ammonta a 140,4 milioni, trend peggiore rispetto all'anno scorso, quando il club di Thohir aveva registrato un passivo di 102,4. Eppure il capo interista ha rassicurato i suoi seguaci: "Stiamo conducendo il club e il nostro business nella giusta direzione".
E se la direzione è quella che porterà all’ennesimo shopping compulsivo previsto dopo le Feste natalizie, significa che dal passato morattiano al presente indonesiano poco è cambiato: si vede che il vizio di spendere e spandere è proprio insito nel Dna dei dirigenti che si susseguono in sella al Biscione. A proposito di Moratti, l'ex patron dell’Inter ha dichiarato: "Quando non ci si sente necessari, forse è meglio fare altro". Insomma, Massimo sta per mollare anche le ultime quote. Non prima però di vedere i Mancio boys approdare almeno in Champions League, il vero toccasana economico che rimetterebbe un po' a posto i conti correnti. Il problema è anche e soprattutto in campo, dove il gioco non convince. La vetta del campionato dista solo un punto e la Juve è affossata anni luce in classifica.
Ma la sensazione è che dopo le prime cinque vittorie di fila, e nonostante il fior fior di campioni o pseudo tali acquistati in estate, uno su tutti il fin qui deludente Kondogbia, la squadra stia palesando diversi limiti. E quelli non si aggiustano continuando a spaccare il salvadanaio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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