Parma, agonia senza fine. Tolti altri 2 punti

Il club non aveva depositato gli attestati dei pagamenti ai tesserati. Il cda non ricapitalizza. Ghirardi prolungava i contratti cedendo... alloggi

Giampiero Manenti all'uscita  dal Comune di Parma
Giampiero Manenti all'uscita dal Comune di Parma

Parma - C'è il rischio che il Parma batta i record negativi di punti in serie A, perché ieri il tribunale federale nazionale gliene ha levati altri 2, dopo il punto di penalizzazione relativo al ritardato pagamento dell'Irpef, per la scorsa stagione. In classifica resta con 9 punti, contro i 12 conquistati dal Brescia nel '94-'95 (ma c'erano 18 squadre) e gli 11 del Lecce '93-'94 (senza i tre punti per vittoria). Arriverà poi un altro -3 per gli stipendi non pagati da Manenti. Per le inadempienze di novembre sono stati inibiti per 4 mesi l'ex presidente Tommaso Ghirardi e l'ex ad Pietro Leonardi.

A proposito, fra le tante operazioni singolari attuate da Ghirardi c'era la prassi di scambiare appartamenti con il prolungamento dei contratti. Gli stabili erano di proprietà di un'immobiliare che fa capo al padre Enrico Ghirardi, che li girava ai giocatori con il meccanismo "appartamento acquistato uguale contratto prolungato con il Parma". Insomma, per risparmiare sugli ingaggi più onerosi, la famiglia Ghirardi induceva alcuni creditori interni ad accontentarsi di un appartamento: sono tutti a Carpenedolo, in provincia di Brescia, dove abita la famiglia che era proprietaria della società crociata. Zaccardo oggi è al Milan, ma con quel meccanismo ne avrebbe ottenuti 7, uno è andato a Morrone, mentre il capitano Alessandro Lucarelli aveva declinato l'offerta. Al pari dell'ex portiere Pavarini, che appunto ha smentito di averne acquistato uno. La strategia era di due anni fa e all'epoca un appartamento era andato anche ai dirigenti Leonardi e Preiti. Ora tutti questi immobili sono stati rimessi in vendita e si cercano acquirenti: non c'è certamente la fila, visto che il paese lombardo non è zona di pregio.

Ieri c'è stata l'assemblea dei soci, come sempre interlocutoria, perché Manenti di fatto aspetta solo il fallimento e metterà soldi eventualmente dal prossimo giovedì, dopo l'udienza in tribunale. Roberto Giuli, presidente di Energy Ti group, è rimasto con il 10% e ha perso 4 milioni nella società crociata. «Non capisco lo scopo di questa agonia - racconta -. È inutile prendere in giro tutti, perché la situazione è drammatica. Mancano persino i soldi per comprare il caffè». Manenti ha parlato di una banca che metterebbe a disposizione 50 milioni. «Se i soldi ci fossero, dovrebbero già essere qui. C'è una perdita di 56 milioni, 7 in più rispetto a fine 2014. Il socio di maggioranza Manenti spera che il tribunale non dichiari il fallimento e poi presenterà il piano, ma non abbiamo garanzie».

Le avrebbe il discusso finanziere Alessandro Proto, che ci ha contattato per far sapere che lunedì rivedrà Manenti.

«Che non si fidi di me - spiega - fa ridere, ha ricevuto l'offerta di mezzo milione e quel che sta facendo a Parma è totalmente fuori da ogni logica. Chiediamo un incontro al sindaco Pizzarotti, al presidente della Figc Tavecchio e al presidente di Lega Beretta».

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