Paulo Sousa l'ex che salta se vede la Juve

«Chi non salta, bianconero è». Paulo Sousa ha afferrato fin da subito il concetto. Da inizio luglio in Piazza Santo Spirito a Firenze, quando ha saltellato d'istinto sul famoso coro intonato ad hoc dai tifosi della Fiorentina. Quello era stato il suo primo abbraccio alla folla viola, il primo curioso gesto d'affetto verso una tifoseria tra le più innamorate ed esigenti d'Italia. Accolto con scetticismo, considerati il pedigree non entusiasmante come allenatore e il suo passato bianconero (o meglio gobbo, come dicono a Firenze), dopo soli cinque mesi è già riuscito a cancellare ogni perplessità e a conquistare il capoluogo toscano. Lo ha fatto grazie al bel gioco e alle innovazioni tattiche nel post-Montella, ma soprattutto ai risultati: la Fiorentina non partiva così bene da 10 anni. Per questo e per l'accesa rivalità che sussiste tra le Juve e Fiorentina dall'affaire Baggio in poi, molto più dell'antico ex Chiellini e del recente ex Cuadrado, sarà proprio il portoghese l'osservato speciale del big match dello Juventus Stadium. Perché se far bene a Firenze e poi guadagnarsi un'occasione nella Torino bianconera è abbastanza semplice, risulta molto più complicato il percorso inverso, dalla Juve alla Fiorentina. Gli ultimi riusciti a farsi amare in terra toscana, nonostante una parte antecedente di carriera nella Juve, sono stati Moreno Torricelli e Angelo Di Livio, diventato addirittura capitano gigliato prima di appendere le scarpette al chiodo. Da giocatore Paulo Sousa, dopo il biennio 1994-96 a Torino, ha prima soffiato una Champions League alla Juventus con la maglia del Borussia Dortmund (finale di Monaco, 1997) e poi vestito la maglia dell'Inter. Due sgarbi non da poco ai tifosi della Juve, avvenuti ancor prima di allenare la Fiorentina.

Giovedì sera, al Franchi, già nel secondo tempo della partita di Europa League tra gigliati e Belenenses (poi vinta dai viola) la Curva Fiesole ha cominciato a riproporre l'acclarato motivetto anti-juventino. Paulo Sousa ha alzato il pollice, con un cenno d'intesa. «Chi non salta, bianconero è». E lui, nonostante sia un ex, è già pronto a saltellare ancora.

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