A Jerez in tre non riuscivano a stare in strada: le due Yamaha ufficiali di Vale Rossi e Maverick Viñales, e la safety car di Franco Uncini. Sulla pista che si credeva sposata alla Yamaha visto il garone vittorioso del Dottore la passata stagione (con pole e giro veloce) si è prima assistito, sabato, a un tradimento con tre Honda davanti a tutti e poi, ieri, a un divorzio con doppietta firmata da Pedrosa e Marquez davanti alla Rossa resuscitata di Lorenzo, «dedicato a chi aveva parlato troppo presto» la sua dedica.
Maverick che per età e fame è inevitabilmente propenso a prendersi più rischi ha chiuso quinto; Valentino che per uguali motivi è propenso al contrario è finito decimo. Perché le loro M1 si erano trasformate in qualcosa d'altro e se lo zingaro catalano punta il dito sulle gomme, Vale estende il concetto a tutta la moto, «ho avuto problemi di trazione per l'intero week end e a fine gara avevo paura, vibrava così tanto il posteriore...», dice.
Se i due della Yamaha hanno faticato, però in strada sono comunque riusciti a restare, non così la safety car. La Bmw M5 del responsabile sicurezza del Motomondiale, l'ex iridato Franco Uncini, è infatti uscita ad alta velocità all'altezza della curva 5, andando a sbattere violentemente contro le barriere. Illeso Unicini, un braccio rotto per l'assistente al suo fianco. Passando invece a chi in strada c'è rimasto eccome, solo sorrisi in casa Honda. Perché il Gran premio di Jerez vale molto, perché per gli spagnoli vale di più e soprattutto perché a vincerlo è stato colui che per tutti - spesso a torto - vale di meno: Daniel Pedrosa. Che è piccolino, ha il viso gentile, sembra sempre capitato per sbaglio nel motomondo squalo però ha 31 anni, di gare ne ha vinte 52, di podi ne ha conquistati 145 e comunque tre mondiali (uno in 125 e due 250) li ha portati a casa. Anche a parole, ieri, nel dopo gara, si è mostrato aggressivo, rifilando una stoccata al compagno iper dotato di talento: «Ho battuto Marquez anche se aveva studiato la mia telemetria...».
Ad aver studiato molto devono essere stati gli uomini della Ducati. Dopo i ripetuti tonfi registrati fra Qatar e Stati Uniti, dopo aver ascoltato molti, diciamo tutti, intonare il de profundis stagionale per la squadra di Borgo Panigale, gli uomini di Gigi Dall'Igna si sono rimboccati maniche e pensieri e la Rossa, penalizzata più di altre dal divieto introdotto quest'anno alle alette, è tornata a fare cose buone. Il podio di Lorenzo dà morale al gruppo e soprattutto a quell'introverso e sensibile del maiorchino che infatti si è subito tolto qualche sassolino: «Ho sofferto molto la mancanza di risultati e le critiche di chi non mi ha lasciato il tempo per adattarmi...».
A gioire meno di tutti è ovviamente Valentino che in una sola gara si è visto rosicchiare via gran parte del vantaggio accumulato nelle precedenti tre. Aveva 6 punti su Viñales secondo e sono diventati 2, ne aveva 18 su Marquez e ora sono 4 e, quel che è peggio, ne aveva addirittura 27 su Pedrosa e adesso sono 10. Infatti dice: «Quest'anno Daniel è davvero in forma, arrivava da un podio, qui ha vinto e poi non va forte solo qui... Per cui sarà pericoloso quanto Marquez e Viñales».
Quello che però non dice, ma che già pensa, è che, sì, questo campionato sarà una faticaccia, però un'ammucchiata con tanti pretendenti vicini potrebbe rivelarsi un vantaggio per uno esperto come lui nel corpo a corpo. L'importante è restare sempre in strada.
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