A volte un singolo Gran premio ha la capacità di offrire un sunto dell'intera stagione. Capita talvolta, spesso su tracciati che, per caratteristiche, riescono a rappresentare al meglio le difficoltà di molte altre piste. Succede al Mugello. Succede a Barcellona. Altre volte, molto più raramente, un singolo Gran premio ha addirittura la forza di spalancare una finestra sul mondiale che verrà. Sul futuro. Sull'anno prossimo. È successo ieri a Phillip Island, splendida pista di gabbiani sull'oceano, scorci mozziato e staccate da paura. È successo quando all'ottavo giro Marc Marquez, campione del mondo da una settimana, ha sbagliato rovinosamente mentre era in testa, regalando vetta e sogni di gloria a Cal Crutchlow. Un errore, quello di Marc, però tardivo per i sogni mondiali dei rivali. Uno svarione arrivato dopo una stagione praticamente perfetta per intelligenza tattica e pelo agonistico. E tornano così in mente le parole pronunciate dal catalano a Motegi: «Fin qui ho sempre tentato di portare al limite la moto solo in prova, magari cadendo, così da memorizzare il limite da non raggiungere in gara. Ma ora, nei prossimi Gp, potrò tornare a correre come piace a me... andando al limite». Detto e fatto. E Crutchlow al secondo centro stagionale e Lucio Cecchinello boss del suo team Honda clienti sentitamente ringraziano. Ma questo cosa vuol dire? Che Marquez, quest'anno, ha vinto perché è riuscito a domare se stesso, castrando però il proprio talento. Riuscirà a ripetersi? O avrà voglia di tornare a divertirsi?
Ma Phillip Island si rivela un'importante finestra sul mondiale 2017 anche per il Vale Rossi. Perché la sua emozionante rimonta da 15° a 2° nello spazio di una manciata di giri dice molto e fa sperare tanto. Prima la dolce dedica al Sic a 5 anni dalla scomparsa, «questo podio è per lui e per la sua famiglia, ci manca tantissimo», poi la lucida analisi su quel che gli serve, «in quei sorpassi mi sono divertito un mondo, ma dovremo lavorare sulla moto nuova per evitare il troppo spin nella parte finale e avere più cavalli». Segno che la sua fame non è più quella rabbiosa e sofferente della sera di Valencia 2015, ma quella lucida ed ingorda del campione ritrovato nonostante l'anno in più sulla carta d'identità. Se dopo il finale disastroso della passata stagione in molti avevano pensato che un carro iridato favorevole come quello non sarebbe più passato, ora nessuno lo pensa più.
Il 2015 ci aveva restituito un Vale sconfitto, dubbioso e rabbioso. Il 2016 ci restituisce un Vale sconfitto per guai Yamaha ed errori suoi, ma senza età e sicuro di salire sul prossimo carro per il mondiale. E Phillip Island non mente mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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