Piatek fa sognare sulle orme di Sheva

Il polacco subito decisivo. Ma cresce tutta la squadra, guidata da un super Bakayoko

Piatek fa sognare sulle orme di Sheva

Legittimo l'entusiasmo di Leonardo. È stato il protagonista del chiacchierato scambio di centravanti, via Higuain, dentro Piatek, e sull'esito dell'affare era pronto a giocarsi la reputazione. «Ha avuto un impatto devastante» la frase che ha dato inizio alle celebrazioni. Magari eccessive. Perché per definire lo spessore e il talento di un giovanotto di 23 anni, appena sbarcato nel mondo Milan, non possono bastare due perle di gol rifilate sotto gli occhi di un paio di secondini di gran valore (Koulibaly e Maksimovic). Piuttosto sono i suoi numeri a suggerire l'entusiasmo dei suoi tifosi che gli hanno già confezionato un motivetto tutto per lui: 8 gol in coppa Italia in tre sfide non sono una striscia banale. Anche perché nel frattempo l'interessato, Kris Piatek, in calce alla prima esibizione completa («ve l'avevo detto che sono nato pronto» la sua battuta dopo i due squilli al Napoli), ha postato un hashtag dal titolo rivelatore, rigenerazione. Quasi che avesse bisogno, dopo i primi mesi di calcio italiano a Pegli, di cambiare aria, di trasferirsi nella metropoli. Oltre a Leonardo, Piatek è stato celebrato a sufficienza anche dalla sua fidanzata che ha una serie di titoli (influencer, blogger e avvocato) a testimonianza del fatto che ormai bisogna fare i conti tutti i giorni col parentado dei calciatori di nuova generazione. Wanda Nara ha fatto scuola, ormai. C'è un solo precedente che contribuisce a evitare gli eccessi (come ha fatto Gattuso martedì notte) nei giudizi riferiti al polacco.

Nella storia recentissima del Milan cinese, anche Kalinic, al debutto o quasi, contro l'Udinese, in campionato firmò un paio di gol che sembrarono annunciare giorni felici e invece fu solo l'ennesimo inganno di una stagione deludente. Chi ha masticato amaro, coltivando qualche sospetto, sono stati gli inglesi e in particolari i tifosi del Chelsea che hanno invaso il web con battute una più acida dell'altra. «E se avessimo preso quello sbagliato?» si sono chiesti. Solo nei paragoni, naturalmente, c'è unanimità di giudizio. Per Rino somiglia a Tomasson, per qualche altro esponente ricorda da vicino la parabola di Shevchenko arrivato da Kiev a miracolo mostrare: appena passato da Lobanowski a Zaccheroni, Sheva si allenava di nascosto i primi tempi a Milanello facendo infuriare il tecnico di Cesenatico, chissà se il polacco ha fatto lo stesso. Per evitare... querele meglio non abbinare Piatek alla sagoma sacra di Gigi Riva. Semmai con lui il Milan ha abbracciato un altro stile di gioco: due volte è partito in contropiede, due volte ha gabbato la difesa napoletana e fatto centro. Con Higuain bisognava accompagnarlo con tutto l'organico, con il polacco vale un lancio di 30 metri.

L'eccitazione di Leonardo non è solo riferita a Piatek. In privato ha segnalato l'ottima prova di Laxalt e in particolare l'ascesa tra i centrocampisti di rango di Bakayoko. Per il francese col pizzetto valgono i seguenti dati riferiti alla sua performance: 54 palloni giocati, 10 contrasti vinti, 10 recuperati, 0 falli commessi, 4 subiti, 3 dribbling riusciti e 1 tiro in porta. Che è poi, se vogliamo, l'unico aspetto sul quale Tiemouè deve migliorare. Con quella statura e con quelle falcate, non può non presentarsi in area di rigore per chiudere qualche bella azione.

Anche lui, accolto da un vistoso scetticismo (a Napoli la sua prima esibizione stroncata dalle pagelle), dev'essere riscattato dal Chelsea e FFP o no l'orientamento è quello di esercitare l'opzione in modo da completare il processo di potenziamento del centrocampo rossonero.

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