In Piazza del Campo c'è un solo padrone: Pogacar "passeggia" sulle Strade Bianche

Fuga di 81 km e distacchi d'altri tempi: «Stavo così bene...». Ora la Milano-Sanremo

In Piazza del Campo c'è un solo padrone: Pogacar "passeggia" sulle Strade Bianche
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Sanno che c'è, ma ad un certo punto non lo vedono più. Sanno che da quattro anni vince alla prima corsa di stagione e loro non possono fare nulla. Sanno che la Strade Bianche Tadej Pogacar l'ha già vinta due anni fa e come se non bastasse dichiara in tivù anche dove ha intenzione di attaccare. Dice il punto esatto, Tadej: «Dove attaccherò? Sul colle Santi Marie», quello intitolato a Fabian Cancellara, che questa corsa la vinse per tre volte.

Sanno tutto, ma non sanno come fermarlo. Non c'è partita, non c'è confronto, non c'è corridore in grado di tenergli il passo, almeno qui, sulle crete di Siena. Tadej fa parte di quella generazione di fenomeni che da cinque anni fa godere gli amanti di ciclismo. È il componente principale dell'allegra brigata dei FabSix, i favolosi sei: Van der Poel e Van Aert, Vingegard e Roglic, e poi il bimbo sloveno.

Non c'è storia, anche se con questa ennesima prestazione Taddeo di storia ne scrive ancora un po'. Anche la cronaca è ridotta all'osso, perché lui semplifica tutto: a 81 km dal traguardo parte e va. La meravigliosa classica sugli sterrati di Siena la trasforma in una passeggiata in bicicletta. Il finale è da goduria assoluta, con tanto di bicicletta Colnago alzata al cielo dopo il traguardo come ringraziamento a quel cavallo di carbonio che l'ha condotto per la sessantaquattresima volta in carriera sul gradino più alto del podio.

«Perché sono partito da tanto lontano? Mi sentivo bene, il ritmo veloce fin dall'inizio aveva sgretolato le squadre e ho pensato di attaccare: il buon vantaggio preso subito mi ha detto che potevo andare all'arrivo», racconta il bimbo sloveno dopo il suo ennesimo capolavoro, confermando l'abitudine a vincere la sua prima gara stagionale come succede da cinque anni. A soli 25 anni, si porta a casa la sua seconda Strade Bianche, che si va ad aggiungere a due Tour, tre Lombardia, un Fiandre, una Liegi, un paio di Tirreno e una Parigi-Nizza, così tanto per gradire. Se tanto ci da tanto, a maggio, sulle strade del Giro, ci sarà di che divertirsi. C'è chi grida già alla noia per manifesta superiorità, ma chi ragiona così non può essere uno che ama lo sport, men che meno il ciclismo.

Alle sue spalle, c'è la corsa. Se le suonano di santa ragione negli ultimi trenta chilometri: un lettone e un belga, Skujins e Van Gils, sono i migliori dietro al migliore.

Bravi Davide Formolo (7°) e Filippo Zana (9°), finiti nei dieci e a lungo anche il 21enne Francesco Busatto, debuttante tra i pro. Alla Strade Bianche restiamo ancora una volta in bianco, ma almeno si intravvede il tricolore.

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