Piccola Kitzbuehel ma grande Paris a 2 centesimi dal bis

L'azzurro sfiora un'altra impresa nella discesa ridotta per la nebbia «Avrei voluto vincere quella vera, così questa l'ho lasciata a Jansrud»

Piccola Kitzbuehel ma grande Paris a 2 centesimi dal bis

KitzbuehelDominik Paris non la smette più. Di andare veloce, di salire sul podio, di ridere. Per due centesimi manca la doppietta superG-discesa di Kitzbuehel riuscita solo a Stephan Eberharter e a Hermann Maier, ma il messaggio lanciato dal parterre della Streif è forte e chiaro. Ok, Kjetil Jansrud è davanti, ma Domme è lì, sempre lì, e la sua continuità impressiona forse pure lui. A chi lo guarda fa invece impressione la sua calma e quando gli si chiede quali sono i programmi per i prossimi giorni, pensando che lui parli degli imminenti mondiali, la risposta è «dovrò mettere su qualche lavatrice».

L'ennesima conferma della bravura di questo venticinquenne con l'orecchino al lobo sinistro, il pizzetto nero e lo sguardo vispo è arrivata ieri nella mini discesa sulla Streif, una gara che ha rischiato di essere cancellata dalla nebbia, ma che poi, come sempre qui a Kitz dove piuttosto che annullare una gara la farebbero disputare fra i banchi della sala stampa, con due ore di ritardo è andata in scena dimezzata: meno di un minuto di fatica resa in ogni caso spettacolare dai distacchi minimi e dall'urlo dei quarantamila radunati attorno allo schuss finale. Niente Austria sul podio, perché dietro a Jansrud e Paris è finito il simpatico francese Guillermo Fayed, di chiare origini arabe, ma per una volta va bene anche così, in attesa del Messia Marcel Hirscher che oggi tornerà in pista per lo slalom.

Ieri al parterre c'era anche Aksel Lund Svindal. Il norvegese ha rimesso gli sci nei giorni scorsi e spera di farcela per i mondiali, ma intanto si è goduto la vittoria del connazionale Jansrud e si è inchinato alla bravura di Paris, che a suo parere «non si è ancora reso conto di quanto è forte, e quando lo farà saranno dolori per tutti noi velocisti». Già, ieri il nostro uomo ha dominato la gara nella parte centrale, arrivando all'ultimo intertempo con 23/100 di vantaggio su Jansrud, perdendone poi 25 per un errore di linea sulla diagonale diabolica che porta al rettilineo finale, dove è indispensabile entrare con la massima velocità e dove invece lui ha fatto segnare 131,70 contro i 135,40 del vincitore. «Quando mi sono voltato verso il tabellone ho visto luce verde ovunque tranne che sul tempo finale, peccato, ma posso essere contento per non essere caduto. Nella diagonale ho incrociato gli sci, ho rischiato molto, è andata bene, non posso che esultare per un altro podio, certo vincere ancora sarebbe stato meglio, ma come potrei lamentarmi?».

Già, come potrebbe? Perché oltre al risultato, ai punti, alla gloria, Paris continua ad incrementare il suo conto in banca. Nella speciale classifica che somma i premi stagionali (che non tengono però conto di quelli degli sponsor, sicuramente più ricchi), con 193mila e rotti euro è terzo alle spalle di Marcel Hirscher e Kjetil Jansrud, i primi due della generale di coppa del mondo. «Non male, ma io ai soldi penso solo quando mi servono, e per ora quindi non ci penso.

E non penso nemmeno alle dediche… mi chiedete sempre a chi dedico la vittoria o il secondo posto… ma io non ho tempo di pensare, io penso a me, anzi oggi ho anche pensato che in ogni caso la gara si sarebbe fatta, quindi ho cercato di restare concentrato. Avrei voluto vincere, ma partendo dall'alto, non in questa mini discesa, quindi ho lasciato che vincesse Kjetil, almeno anche a lui dedicano una telecabina!».

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