Del Piero giocherà in India. La Meloni: "Non andare, fallo per i marò"

L'ex bandiera della Juventus a un passo dall'accordo con il Delhi Dynamos, dove giocherebbe da ottobre a dicembre

Del Piero giocherà in India. La Meloni: "Non andare, fallo per i marò"

Alex Del Piero riparte da una nuova avventura calcistica, questa volta in India. Dopo l’esperienza in Australia con il Sydney Fc l’ex bandiera della Juventus avrebbe infatti accettato l’offerta del Delhi Dynamos per giocare nella nuova Indian Super League, il campionato indiano la cui prima edizione è in programma dal 12 ottobre al 20 dicembre. Stando a quanto scrive il Times of India, il club avrebbe quasi concluso l’accordo con Stefano Del Piero, fratello e procuratore del giocatore. "Un accordo sarà firmato entro un paio di giorni", ha detto al quotidiano un alto dirigente del club. In India Del Piero ritroverebbe David Trezeguet, suo ex compagno di squadra alla Juventus, che ha firmato con il Pune Fc affiliato alla Fiorentina dei Della Valle. Tra l'altro il contratto, di soli tre mesi, permetterebbe a Del Piero di valutare poi una nuova avventura nella Major League statunitense, al via a gennaio, dove andrà a giocare anche Kakà, dopo la breve parentesi in Brasile.

Giorgia Meloni: Del Piero non andare, fallo per i marò

La presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, su Facebook scrive a Del Piero per chiedergli di non accettare l'offerta indiana: "Rivolgo un appello ad Alex Del Piero affinché rifiuti l’offerta di giocare in India fin quando i nostri marò non torneranno in Italia. Del Piero non ha bisogno né di soldi né di fama visto che è un simbolo indiscusso del calcio italiano e un’icona mondiale di questo sport. Una simile presa di posizione da parte sua sicuramente non passerebbe inosservata e potrebbe essere un importante segnale nei confronti del governo indiano e della comunità internazionale". E prosegue: "

538em;">Mi si dirà che non spetta a un calciatore fare quello che la politica non sa fare, nessuno più di noi è critico verso l’inerzia degli ultimi governi. Ma riteniamo che sia tutta l’Italia a doversi mobilitare, a partire dai suoi simboli più conosciuti".

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