Per Fausto Pinarello, una delle eccellenze del made in Italy in materia di bolidi su due ruote, è il settimo sigillo. Settimo titolo olimpico per le sue biciclette. «Il primo nel lontano 1984, a Los Angeles, quando la prova su strada finì ad un dilettante americano, Alexi Grewal, che correva su nostre biciclette», ci racconta il 59enne costruttore trevigiano.
Poi arrivò Miguel Indurain.
«Che ci regalò cinque Tour consecutivi, oltre a due Giri e tutta una serie di vittorie che resero per la prima volta il nostro marchio globale. Con il suo oro alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, le biciclette Pinarello spiccarono definitivamente il volo. Ma in quell'edizione di Giochi arrivò l'oro anche nell'inseguimento individuale, grazie ad Andrea Collinelli».
Poi Ullrich (Sydney, 2000), Juan Esteban Curuchet (Pechino, 2008), ora il quartetto di Filippo Ganna.
«Una gioia indescrivibile. Sapevo che ce la saremmo giocata, ma ero anche consapevole del fatto che non sarebbe stato facile battere la Danimarca. Dovevano essere tutti e quattro perfetti e Filippo (e oggi tocca a Elia Viviani nell'Omnium, oro di Rio e portabandiera) avrebbe dovuto nel finale fare quello che solo lui è capace di fare».
Un successo che è frutto anche della ricerca italiana, e di un Bolide che è ormai sinonimo di alta tecnologia.
«È frutto di anni di ricerca, che ci ha portato a creare questa bicicletta per Bradley Wiggins, uno dei più grandi interpreti della pista di tutti i tempi. Il primo esemplare nel 2014, poi una leggera modifica nella forcella l'anno successivo e adesso un manubrio assolutamente rivoluzionario (in 3D in titanio, ndr). Telaio monoscocca Carbonio Torayca T1100 1K. Con l'assenza di incollaggi e l'utilizzo della più performante fibra di carbonio hanno permesso di ottenere il massimo in termini di rigidità e trasmissione dell'energia. Abbiamo lavorato gli ultimi 2 anni per ottimizzare la posizione di tutti gli atleti e creare speciali manubri su misura che permettono di ottenere il massimo dal punto di vista aerodinamico. E per fare questo abbiamo fatto ricorso alla CFD (Computational Fluid Dynamics), una branca della meccanica dei fluidi che usa metodi numerici e algoritmi per risolvere e analizzare i problemi che coinvolgono flussi di fluido».
Quanto costa una fuoriserie della velocità come questa: che valore può avere al pubblico una Bolide HR?
«Ci aggiriamo attorni ai 25/28 mila euro. Dipende da che tipo di ruote si monta. Con quelle usate da Ganna, Lamon, Consonni e Milan sicuramente sui 28 mila euro».
Quante ne avete dovute produrre per i nostri quartetti, tra donne e uomini?
«Guardi, di preciso non lo so neanche io, ma potrei dirle 24».
Ha in serbo di fare un regalo personale a questi magnifici ragazzi d'oro?
«Assolutamente si e me l'hanno già chiesto: vogliono una Bolide Hr tutta d'oro. E io sono ben felice di farla».
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