Se il Milan ha sette vite non è solo questione di talento e/o di cuore, il mix fondamentale per uscire dalla curva a gomito di Empoli con i tre punti che hanno riportato la classifica in bolla e scacciato i demoni della crisi. C'è una prima spiegazione di natura calcistica che va subito identificata segnalando il contributo decisivo, nelle pieghe di quel finale pieno di colpi di scena e di risultato, offerto dai cambi in panchina.
A cominciare, per esempio, da Ballo Tourè, accreditato, per un clamoroso errore di siti e cronisti, della sfiducia da parte di Pioli smentita pubblicamente venerdì pomeriggio in conferenza-stampa. Il ragazzo che ieri, in lacrime dopo il gol, ha definito Pioli «il miglior allenatore del mondo» e dedicato l'impresa alla mamma, originaria del Senegal grazie alla quale lui ha scelto quella nazionale, ha avuto un solo problema: avere davanti Theo Hernandez, una montagna da scalare. Con uno così, titolarissimo, si gioca pochissimo. Dopo Ballo Tourè, è arrivato anche Rebic, finalmente restituito a una salute completa e si è presentato con quella stoccata su assist di Leao che ha tolto gli incubi dal cielo del Milan gonfio di pioggia. Senza dimenticare infine il contributo di Krunic («spizzata» di testa sul gol del 2 a 1). Infine c'è da sottolineare che la presenza di Leao (assente contro il Napoli) non può passare sotto silenzio e non solo per i numeri di questo avvio di stagione (4 gol e 4 assist tra campionato e Champions). È un progetto di fuoriclasse.
Le sette vite del Milan sono diventate indispensabili perché già nel primo tempo Pioli ha perso poco dopo la mezz'ora prima Calabria (si immagina strappo, ripresa a gennaio ormai), poi Saelemaekers (lesione parziale del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro; riceverà trattamento conservativo, evitato cioè l'intervento chirurgico) e infine Kjaer (insulto muscolare conseguenza del precedente infortunio).
Al netto delle condizioni orribili del prato di Empoli denunciate anche dai calciatori toscani, non è immaginabile che il Milan possa continuare per lunghi tratti a subire tante defezioni. E qui poiché la contabilità è molto pesante e ripercorre lo stesso cammino malinconico del precedente torneo, bisognerà interrogarsi sui metodi dello staff oltre che sulla follia del calendario attuale. I primi contraccolpi possono arrivare già a Londra, con il Chelsea mercoledì sera.
«Visti gli inglesi in tv ci sarà da soffrire» il pronostico dello stesso Pioli chiamato adesso a recuperare un altro di quelli apparentemente dimenticati in panchina, e cioè Mattia Gabbia protagonista di un promettente pre-campionato.
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