Pipita tabù: segni a Napoli e poi ti fermi

Higuain a secco da 6 gare dopo il gol all'ex squadra. L'anno scorso furono 4

Pipita tabù: segni a Napoli e poi ti fermi

La citazione attribuita a Goethe secondo cui «Vedi Napoli e poi muori» potrebbe essere modificata in «Segni a Napoli e poi ti fermi». Facendola diventare lo slogan attuale di uno che sotto il Vesuvio ci ha vissuto davvero: Gonzalo Higuain, certo. Il quale, non avendo segnato nemmeno contro il Genoa, ha allungato la sua striscia senza gol fino a 617'. L'ultima rete appunto è datata 1 dicembre 2017: al San Paolo, contro la sua ex squadra. Gol pesante, eccome: assist di Dybala dopo una dozzina di minuti, conclusione vincente e stadio gelato. Giorni felici, pure perché pareva che il Pipita non potesse giocare in seguito alla frattura alla mano sinistra fresca di operazione. Sorprendendo tutti, il numero nove bianconero scese invece in campo e fece fino in fondo il proprio dovere, confermandosi anche bestia nera rispetto alla squadra che era stata sua per tre anni.

Da lì in avanti, però, Higuain ha smesso di «vedere» la porta o quanto meno di centrarla con la solita precisione. E quindi: zero gol contro Inter, Bologna, Roma, Verona, Cagliari e infine Genoa. Sei partite intere: lunghe, infinite, giocate a volte bene e altre no. Con le medie stagionali che si sono inevitabilmente abbassate: un gol ogni 187' a oggi, avendone realizzati nove in 1688' trascorsi sul prato. In pratica, uno ogni due partite intere: non la media che ti aspetti da Mr. 90 Milioni e da uno che Allegri schiera comunque più di tutti gli altri. Sia in campionato che nel computo stagionale dei minuti, Higuain risulta infatti il giocatore più impiegato della rosa e nemmeno di poco: in serie A il secondo è infatti Mandzukic (1455, quasi 200' in meno), mentre in totale il posto d'onore spetta a Dybala, pure lui a debita distanza (2299 contro 2065). Insomma: anche quando segna poco o nulla, Allegri fatica a rinunciare al suo apporto e i numeri sono lì a confermarlo. Tenuto poi conto che la squadra ha nel frattempo vinto cinque volte su sei, nessuno in casa bianconera si permette di aggrottare anche solo un sopracciglio: certo è però che il Pipita è stato preso per buttare la palla dentro. «È una questione di momenti, null'altro ha già detto Allegri -. Tornerà a fare quello che ha sempre fatto».

Detto che già l'anno scorso il Pipita pagò la rete ai suoi ex compagni con quattro turni di astinenza, va comunque notato che nella sua esperienza italiana Higuain mai era stato così in ritardo sulla tabella di marcia: dopo 21 giornate aveva infatti segnato 10 gol nel 2013-14, poi 12 e addirittura 21, prima di arrivare a 14 lo scorso campionato indossando il bianconero. Le 9 reti attuali stonano, ecco. Pure perché gliene servirebbe qualcuna in più per convincere anche il ct argentino Sampaoli a (ri)considerarlo in vista del Mondiale: due giorni fa lo stesso Sampaoli era allo Stadium per osservarlo da vicino e non risulta se ne sia poi andato entusiasta.

Così come non lo era, a fine gara, lo stesso Pipita: testa bassa e via veloce negli spogliatoi. Soddisfatto dei tre punti sì: di se stesso, forse no. Perché un'astinenza così lunga, da quando è in Italia, non gli era ancora mai toccata.

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