Montolivo: "Io, capitano di Berlusconi"

"È stato il presidente a darmi la fiducia". Buffon: "Ko meritato"

A volte le trame del destino sono curiose. Nella settimana in cui Riccardo Montolivo si è autoproclamato leader del nuovo corso rossonero, ecco il debutto a sorpresa da capitano a San Siro. «Una fascia che mi è stata consegnata personalmente da Silvio Berlusconi quando, prima della partita, è venuto a far visita negli spogliatoi per caricare la squadra. Berlusconi è un “doping” psicologico. Un onore indossare la fascia che è stata di giocatori che hanno fatto la storia del calcio mondiale», dice Montolivo. La schiena di Abbiati fa infatti crac nel riscaldamento, gli altri senatori, da Ambrosini a Bonera, sono in infermeria già da un pezzo. La fascia finisce così sul braccio del ragazzo scuola Atalanta. Un'autentica investitura, perché le logiche in vigore a Milanello imporrebbero il ballottaggio tra i più "anziani" Boateng e Robinho, al Milan già da oltre due anni. Ma il banco stavolta salta. E il Monto, come lo chiamano i compagni, ha colto al volo l'occasione.

Una prova sontuosa, di sciabola e fioretto, al cospetto di sua maestà Pirlo. Montolivo tocca un'infinità di palloni, li smista senza paura e quando c'è da mettere la gamba lima pure i tacchetti. Il risultato lo premia, San Siro lo applaude convinto a ogni sussurro di classe. Già con l'Inter non era mancato in personalità, ma lì la banda Stramaccioni e l'occhio distratto dell'arbitro Valeri gli avevano rovinato la festa. La meritava e il caso ha voluto che fosse De Marco, in collaborazione con Rizzoli, a restituirgliela ieri. Ma dal derby in poi è stato un crescendo. Il Montolivo titubante d'inizio campionato, già bacchettato dai professoroni in tribuna, ha preso ritmo, costanza e convinzione. Il primo ad accorgersene è stato ancora una volta Silvio Berlusconi, che in tempi non sospetti l'ha indicato come il cervello della mediana rossonera di oggi e domani.

Inutile dire che il duello in regia con Pirlo è stravinto. Il Milan intanto si può gustare un Montolivo in versione ibrida. Un po' Van Bommel, per cattiveria e convinzione, un po' Pirlo, per giocate e precisione. E per la moderazione nei commenti: «Il rigore? Più no che sì ma è un errore comprensibile». E anche un altro capitano, Gigi Buffon, ha parole diplomatiche: «Le immagini sono chiare, non è rigore, ma non abbiamo perso per quello. C'era un'ora di tempo per recuperare, non l'abbiamo fatto, per cui l'errore è stato un episodio, come capita spesso. Soprattutto, se si ha la fortuna che capiti a un'ora dalla fine, come successo tante altre volte in questi anni, credo che di tempo per recuperare ce ne sia tanto. Ogni tanto è bello dire “ho perso perché ho meritato di perdere e gli altri sono stati più bravi”.

Alla fine credo che sia il modo migliore per educare la gente e i tifosi che vengono allo stadio, perché questo imbarbarimento che ci sta contaminando nel mondo del calcio è veramente penoso».

Può essere che la fascia di capitano del Milan torni presto su braccia più abituate. Ma di sicuro la sedia del regista resterà di sua proprietà a lungo. I fantasmi del passato, infatti, non fanno più paura.

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