«È bellissimo. Dopo l'anno scorso era normale riprovarci. Quest'anno Jorge Martin ha fatto una stagione spettacolare. Ha lavorato duro, si è rimesso in discussione e ha voluto questo successo a tutti i costi. Se lo merita tutto». Paolo Campinoti, Patron della Pramac Racing festeggia il titolo piloti, il primo nella classe regina per Martinator, il primo per la squadra di Casole d'Elsa che a Barcellona ha scritto la storia. Una vera e propria pietra miliare nel librone del Motomondiale, perché prima di lui nell'era MotoGP nessuno era stato capace di raggiungere un tale traguardo guidando per un team satellite. Non solo, tornando indietro con la memoria, l'ultimo a riuscirci era stato un mostro sacro come Rossi, nella 500, anno 2000. Un titolo che il Dottore conquistò però in condizioni solo simili a quelle di Martin, perché era sì in sella ad una moto factory come lo spagnolo, la Honda, gestita da una struttura esterna come Pramac, il mitico team Nastro Azzurro, ma quella squadra era il team di riferimento di Honda. Un risultato immenso per Campinoti e i ragazzi della squadra nata nel cuore della Toscana 22 anni fa. Cruciale, nel 2005, il passaggio a Ducati. Pioneristico e geniale, Paolo Campinoti è stato bravo a scommettere sulla Rossa quando nessuno ci credeva, tanto da costruire un rapporto privilegiato che gli ha permesso di ottenere lo status di junior team e le moto ufficiali. «Si è comportata come nessun altro si sarebbe comportato» spiega Campinoti riferito al fairplay della Casa madre nel finale di stagione da «rivali». «È il rapporto speciale con Borgo Panigale che ci ha permesso di raggiungere questo livello, ma anche noi in questi anni siamo stati preziosi per lo sviluppo della moto e per la crescita dei piloti. Oggi la Ducati è la moto che tutti vogliono e che tutti scartavano fino a qualche anno fa. È stata una scommessa, ma che soddisfazione», racconta Campinoti.
Davide contro Golia, un team satellite contro una struttura ufficiale, l'italiana Ducati contro i colossi giapponesi. Ed ancora un successo di squadra con figure chiavi come Gino Borsoi, «bella lotta. Mi è sembrato di rivedere Federer-Nadal: due grandi amici e due grandi rivali».
Ed il prossimo anno, una nuova sfida perché quella di Campinoti e della Pramac Racing è una storia fatta di passioni, sogni, intuizioni e un pizzico di fortuna. Pramac diventerà infatti il secondo factory team Yamaha, pur rimanendo una squadra indipendente sulla griglia della MotoGP e l'impegno raddoppia con un team anche in Moto2.
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