Qualcuno per celebrarla ed esaltarla l'ha chiamata addirittura Real Atalanta. Nessuna blasfemia o lesa maestà nei confronti del club più titolato al mondo, ma il modo più giusto per rendere omaggio allo straordinario percorso che sta facendo la Dea. In Italia e in Europa. E il bello deve ancora venire. Nel giro di pochi giorni i nerazzurri sfideranno, da favoriti sulla carta, Milan in campionato (venerdì) e Real Madrid in Champions League (martedì). La classica prova del 9 per certificare ulteriormente le ambizioni di un'Atalanta, che non vuole smettere di stupire.
Il 9 è tutt'altro che un numero casuale nella storia della Dea, che a cavallo del Lockdown nel 2020 realizzò la sua miglior striscia di vittorie di fila, 9 appunto. Col blitz di lunedì sera all'Olimpico contro la Roma i Gasp Boys sono arrivati a quota 8 e puntano dopodomani a eguagliare il record di successi consecutivi. Il Diavolo è avvisato. Battere i rossoneri rinvigorirebbe la candidatura dei bergamaschi allo Scudetto, escludendo ufficialmente (checchè ne dica Fonseca.) il Milan dalla corsa al tricolore. Una sorta di passaggio di testimone al vertice della Serie A tra una delle formazioni più importanti d'Italia e al mondo nei confronti del nuovo che avanza. Sempre più forte.
Pure a Madrid temono la trasferta del Gewiss Stadium, visto che i Blancos di Ancelotti rischiano seriamente - in caso di sconfitta - di essere eliminati dalla Champions addirittura nella prima fase. Incredibile ma vero per chi solamente 6 mesi fa alzava al cielo la Coppa nel cielo di Londra. Questa Dea fa paura alle avversarie per la forza che sprigiona abbinata a una grande qualità nel gioco. Con una grande differenza rispetto alle scorse stagioni: l'Atalanta ora appare decisamente maturata e non più stecca le gare, in cui non brilla e non gira al massimo. Cosa che invece era stato il tallone d'Achille dei nerazzurri negli ultimi anni. Contro Udinese e Roma sono arrivati 6 punti da grande squadra, senza acuti da parte dei big. Il segnale di come tutta la rosa sia cresciuta e pure i cosiddetti panchinari siano in grado di fare la differenza. Merito del grande lavoro fatto sul campo da un maestro di calcio come Gian Piero Gasperini, che ha saputo valorizzare nel migliore dei modi il mercato fatto dal Ceo Luca Percassi insieme al ds Tony D'Amico.
Senza dimenticare il trionfo di Dublino lo scorso 22 maggio: la conquista dell'Europa League ha rappresentato la svolta per un gruppo di calciatori etichettati da molti come «bravi ma non vincenti». Tabù sfatato contro il Leverkusen: un'impresa che ha cancellato l'amarezza delle 3 finali di Coppa Italia perse.
A dar linfa ai sogni atalantini potrebbe pensarci anche il mercato: caccia a un centrocampista come alternativa ai titolarissimi De Roon-Ederson. Lo Scudetto dalle parti di Zingonia ormai non è più utopia, ma sta diventando un sogno da cullare a occhi aperti.
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