Icona ieri, capro espiatorio oggi: è il destino del ct belga Marc Wilmots, che dopo la debacle contro l'Italia si è trovato contro un esercito di detrattori mai visto prima.
Troppo brutto del resto il suo Belgio per cercare qualche attenuante, anche se il ct ha parlato di «sconfitta utile per riportare tutti con in piedi per terra».
Ma la delusione rimane enorme, tanto più che certi treni non passano tutte le volte, anzi, nel caso dei Diavoli Rossi, una generazione così non si era mai vista.
La difesa a pezzi (out per infortunio la coppia titolare di centrali Kompany-Lombaerts) non può giustificare un calcio a basso ritmo e poco ispirato del match contro gli Azzurri. Ci può stare, commenta il quotidiano Het Nieuwsblad, lo scarso affiatamento dell'improvvisato reparto arretrato (è l'ottava partita consecutiva in cui i Diavoli Rossi prendono gol), meno la confusione di idee in avanti, alla quale ha contribuito lo stesso ct con cambi discutibili, ammucchiando trequartisti e punte in barba a qualsiasi logica di equilibrio tattico.
Un altro giornale, l'Het Laatste Nieuws, ha parlato di squadra acerba, lenta e inefficiente. Eppure si sta parlando di elementi che sono titolari in squadre quali Chelsea, Tottenham, Manchester City, Napoli, Roma, Atletico Madrid, Everton.
«Il problema è l'approccio - ha dichiarato l'ex nazionale Luc Nilis -, questa è una squadra fatta per attaccare, non per gestire. Oggi il gioco del Belgio odora di plastica, è artefatto. Se Wilmots non arriva almeno in semifinale sarà un fallimento assoluto».
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