Il tormentone di questo mondiale è il tempo effettivo. È un'idea fissa che affascina la Fifa nella persona del capo degli arbitri e che, come nei contagi, ha scaldato la testa ai tifosi e a molti giornalisti. Dicono che il calcio debba adeguarsi alle esigenze contemporanee e non può più perdere tempo in moine, furbate, astuzie infantili e codarde, eppoi lo sport americano insegna che. Il paragone è improprio e, aggiungo, ignorante. Veniamo al dunque: il calcio è un gioco che non prevede pause regolamentari e agonistiche come il football americano o lo stesso rugby (in modo meno teatrale), anzi è sport consequenziale, non ha fotogrammi già fissi e pause prevedibili, il gioco si sviluppa sui quarantacinque minuti di ogni tempo con le dovute interruzioni per gli infortuni, le eventuali perdite di tempo sono già passibili di ammonizioni, chi chiede il tempo effettivo dimentica innanzitutto la velocità attuale del gioco, rispetto a vent'anni fa ma è lo stesso che, dopo aver introdotto la regola dei 6 secondi per il portiere, impone di giocare la palla; il divieto di passare il pallone allo stesso portiere; la presenza a bordo campo di più palloni per rendere più rapida la ripresa del gioco; lo stesso, dicevo, ha voluto i cinque cambi e introdotto il Var, dunque due situazioni che fermano il gioco. Le teste della Fifa frullano idee bizzarre, si parla di dividere le partite in 4 tempi da 15' effettivi e di consentire i cambi pendolari, chi è sostituito, per infortunio lieve o ragioni tattiche, può rientrare in gioco.
Tutto questo per dare maggiore spazio e potere a chi lo ha già, favorendo gli interessi delle tv (maggiore share e spazio alla pubblicità) però stravolgendo la storia e lo spirito di questo sport e soffocando i calciatori della cui salute nessuno si occupa più.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.