Bellissima la partita, ridicolo il rito della premiazione. Cerimonia più lunga dell'incontro medesimo, lacrime e medaglie, balli e malinconia, tutta roba di margine rispetto all'Infantino show. Accolto dai fischi della folla che non ha abboccato ai messaggi fasulli di pace e solidarietà, l'impegno morale farlocco della Fifa è stato confermato dal divieto a trasmettere sui maxischermi dello stadio, alla vigilia della partita, il video-messaggio di pace del premier ucraino Zelensky che ha poi deciso di postare su instagram: «La Fifa non dovrebbe temere che vengano ascoltate parole di pace. Ogni padre vorrebbe portare i propri figli allo stadio, ogni madre vorrebbe vedere tornar i propri figli dalla guerra. L'Ucraina vuole la pace più di qualsiasi altra cosa al mondo. Abbiamo offerto la formula della pace al mondo, perché non ci sono campioni in guerra e non ci può essere un pareggio». Parole pericolose per chi ha appena annunciato che i calciatori devono badare a dare calci al pallone e stop. E così l'arabo-gay-migrante- disabile-svizzero, è andato diritto per la propria strada da monarca assoluto del football e ha voluto concludere la sua grande missione quadriennale con una teatrale interpretazione, di attore e regista assieme, della cerimonia di premiazione.
Sempre calzando le bianchissime scarpe bianche da sponsor, ha manovrato come marionette, calciatori, allenatori e anche monsieur Macron, spiegando ogni piccolo movimento previsto dal protocollo, spiegando a Messi (di solito vestito da Dolce&Gabbana ma ieri addobbato dal super-emiro, con una improbabile veste trasparente) come avrebbe dovuto portare la coppa verso il podio, dove erano in attesa i sodali, freschi campioni, accompagnandolo, come una badante. Il mondiale è finito, la Fifa conta i denari, il Qatar torna più libero e bello di prima ma che nessuno si azzardi ad augurare buon Natale. Si rischiano carcere o fustigazione.
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