Quattro siluri da leggenda. Il bello della staffetta, merce così rara per l'Italia

Argento nella 4x100 sl dietro al colosso Usa con Miressi, Ceccon, Zazzeri e Frigo. È la prima volta

Quattro siluri da leggenda. Il bello della staffetta, merce così rara per l'Italia

«Bon appetit». Lorenzo Zazzeri, in arte «zazzArt», pittore per talento e siluro d'acqua per vocazione, riconoscerà il titolo di una sua opera esposta in un museo fiorentino. Lo aveva preannunciato a tutti noi e, magari, ai tre compagni di staffetta d'acqua. Ma non avevamo capito. O forse Alessandro Miressi e Thomas Ceccon, insieme a Manuel Frigo, si eran tenuti il segreto. «Bon appetit» con la fantastica («leggendaria» copyright Malagò) medaglia d'argento della 4x100 stile libero. Saziamoci, perché non sai mai. Ma questo sembra l'anno della gente che fa squadra: dell'Italia che fa squadra. Ha cominciato Roberto Mancini ed è stato titolo europeo. Qui i nostri siluri sono filati veloci e decisi dietro agli americani, guidati dal superman Caleb Dressel, senza lasciar speranza ad australiani e canadesi: un marchio di qualità. E chissà mai non rivederne impronte anche nella 4x100 mista... In fondo il nuoto ha lasciato a casa una sola staffetta: è un segnale. L'Italia dell'atletica ha fatto il pieno, ma sarà molto più dura. C'è da immaginare che la scherma a squadre non mollerà, eppoi basket, pallavolo, pallanuoto.

Intanto godiamoci la «meglio gioventù» dell'acqua santa che si dipana dal torinese Miressi al fiorentino Zazzeri, per avvinghiarsi al Veneto di Frigo e Ceccon. Tutti stangoni sul metro e novanta, fino al 2,02 di Miressi. L'Italia della bella gioventù filante: Ceccon ha 20 anni, Miressi 22, Frigo 24 e si è tagliato i baffi per andare più forte non per sembrare più giovane. Zazzeri, laureato in scienze motorie con tesi da 110 e lode, guarda caso sui «velocisti nel nuoto», è arrivato ai 26 anni. In piscina tutti uno spettacolo: un'altra laurea. Miressi che «mi sono fatto sbiancare dalla partenza sprint di Dressel», ma poi ha rimediato. Ceccon si era appena sorbito una semifinale dei 100 dorso, ma come niente fosse. «Ero andato bene nel dorso, perché non dovevo in staffetta?». Ed ha recuperato una posizione: da quarto a terzo. Per abitudine sott'acqua canta, stavolta ha urlato. Zazzeri ha innestato le marce alte, come nella qualificazione del giorno prima, ed ha permesso a Frigo di lottare con il cuore e la grinta per mantenere il 2° posto. Risultato: una medaglia mai vista dal nuoto e dallo sport italiano, con tanto di record nazionale (3'1029). E un pensiero comune: «Abbiamo fatto un pezzo di storia. E fra noi c'è una bella alchimia». «Argento storico» conferma il presidente Barelli. E il pensiero corre anche a quell'altra medaglia olimpica, il bronzo della staffetta 4x200 (Atene 2004), dove gli attori eran forse meglio conosciuti: Rosolino, Magnini, Cercato e Brambilla. L'artista era Rosolino come qui è Zazzeri. Il lottatore Cercato come Frigo. Magnini il talento come Ceccon. Brambilla e Miressi i siluri ad alta affidabilità. Quella volta finì con gli americani davanti agli australiani. Quelli di oggi sono quattro ragazzi che ci racconteranno ancora qualcosa: Miressi e Ceccon prima di tutti. Dice Frigo: «Tre anni fa era impensabile pensarci oggi con questa medaglia addosso». Ora è pensabile rivederli sul podio.

Le medaglie azzurre nelle staffette sono merce rara ma spingono un movimento all'ottimismo: il nuoto ne ha due, l'atletica conta due bronzi e un argento della 4x100 nella notte dei tempi ('32, '36 e '48) e il bronzo della 4x400 guidata da Pietro Mennea a Mosca '80. Allora l'Italia piangeva per le stragi. Oggi piange altri morti. Ci vorrebbe un Mennea? Per ora bon appetit con i siluri d'acqua.

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