Qui serve un "lockdown". Le quattro di Champions e l'incubo difese bucate

Lazio-Juve e Atalanta-Inter, troppi gol subiti in Europa come in Italia. E anche i bomber...

Qui serve un "lockdown". Le quattro di Champions e l'incubo difese bucate

Ci aspetta una valanga di gol. Che, forse, non è una buona notizia. Quando mai subire troppe reti è stata una buona notizia? Ora c'è chi vuol farcela passare per buona, dimenticando che la legge del campionato italiano impone una difesa arcigna e il resto si vedrà. Che sia solo l'universo del calcio a navigare al contrario? Il mondo ci impone di chiuderci (lockdown) in difesa, il pallone sfarfalleggia imbarcando pallottolieri di gol. Il conto non torna. E in questa domenica, dove si affronteranno Lazio e Juve, poi Atalanta e Inter in ordine di apparizione, andremo a tirar di somma. Le coppe non hanno lasciato un buon palato: risultati e gol subiti, perfino quello incassato dalla Juve contro il Ferencvaros, hanno fatto tintinnare campanelli d'allarme. Aggiungete un Cr7 triste y solitario per non aver segnato a Budapest: passi Morata ma pure Dybala... Aggiungete il Lukaku interista in carrozzeria, la Lazio alle prese con il caso Immobile e l'Atalanta che si affida a Gomez ma cerca ancora Ilicic. C'è da stare allegri? E in campionato le cose non vanno meglio. Basta dare un'occhiata ai gol incassati in sei partite: Juve 5, Atalanta 13, Inter 10, Lazio 12. Quaranta reti in quattro. Fra l'altro, Pirlo ha il vantaggio di un 3-0 a tavolino. Vediamo, invece, il conto negativo del campionato scorso, su 38 incontri: Juve 43, Inter 36, Atalanta 48, Lazio 42. Anche uno scarsone in aritmetica capirà che il rapporto non torna. La Juve è ancora in linea. Le altre no. L'Inter è quasi ad un terzo dei gol presi l'anno scorso. L'Atalanta non da meno. Però, ascoltando Conte sappiamo che ora conta il gioco d'attacco, che bisogna lasciare il segno del dominio del campo. Come se una buona difesa non fosse un brand vincente.

In realtà l'inizio di Champions ha sorpreso: troppi gol e senza distinzione di nazionalità. Poi distinguiamo sul made in Italy: c'è chi si lamenta di aver sprecato (Pirlo) contro avversari modesti. Comunque rigenerante dopo il Barcellona. O chi fa il cuor contento avendo perso l'occasione per impallinare il Real Madrid, pur essendosi fatto impallinare (vedi l'irresistibile umorismo di Conte). C'è chi ha scoperto che la squadra, se romba a bassi giri, imbarca sconfitte (Gasperini ci voleva tanto a scoprirlo?). E chi, tra un tampone e l'altro, tampona le falle affidandosi al bomber di riserva. Però Inzaghi non deve pensare a vincere lo scudetto.

Quindi dove sta l'allegria per 4 formazioni che, in un turno europeo, sono riuscite a incassare 10 reti, 7 realizzate e i punti conquistati assommano a 4? Ecco, l'incrocio domenicale servirà a darci qualche coordinata sul futuro: più avanti la Juve nel riassettarsi o la Lazio nel mantenere l'equilibrio che, l'anno scorso, l'ha resa protagonista per mezza stagione? E tra Inter e Atalanta quale riuscirà a trasformare il gruviera difensivo in qualcosa di più solido? Sennò giriamo

l'idea: Atalanta e Inter finora hanno realizzato 32 gol complessivamente. Però Milan e Juve stanno davanti, avendo subito la metà delle reti incassate dalle due nerazzurre. Dove sta l'errore? Stavolta chi perde paga dazio.

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