Il Milan ha vinto ma è come se avesse perso a Bratislava. Per una serie di convincenti motivi: 1) perché è riuscito nell'impresa epica di regalare due gol allo Slovan Bratislava capace di farne solo 2 nelle precedenti sfide; 2) perché ha vinto grazie a un regalo dei rivali e a due spunti personali, il primo di Pulisic e il secondo di Leao; 3) perché sul piano tattico ha confermato tutte le critiche e le censure dettate in altre circostanze aprendo una voragine alle spalle, specie nel primo tempo quando ha provato ad allagare, senza una bussola tattica, la metà campo avversaria. E in quella occasione un prodigioso recupero di Pavlovic ha evitato al Milan di andare subito sotto. Tutto questo significa che non c'è alcuna fiducia nell'immediato futuro di questo Milan che sembra peggiorare partita dopo partita. «La difesa? Mi fanno impazzire. Ci lavoro più ora che in tutta la carriera», ammette Fonseca.
I 4 cambi decisi dal tecnico rispetto a sabato, i due centrali difensivi, Okafor per Leao e Calabria titolare, non possono giustificare lo spettacolo deprimente per 45'. Attacca in dieci e difende in uno, con un discutibilissimo equilibrio tattico che conduce alla responsabilità del suo istruttore. Così può succedere che dopo il gol a sorpresa di Pulisic, il Milan si lasci infilzare come un pollo da un contropiede nato da calcio d'angolo a favore dei rossoneri. L'autore del gol, Barseghayn, festeggiato come un eroe nazionale, compie da solo - inseguito solo da Reijnders - una corsa da 60 metri e conclude con lo scavetto sull'uscita di Maignan. Poche storie: è un gol da far arrossire tutti, calciatori e staff tecnico.
Per certi versi ancora più deprimente è la ripresa che pure coincide con il successo del Milan ma tradisce una striscia imbarazzante di errori, omissioni, disattenzioni. A rimediare il 3 a 2 finale concorrono Leao entrato nella ripresa al posto dell'inconcludente Okafor e più tardi uno sciagurato retropassaggio di Strelec che consente ad Abraham di timbrare il cartellino in Champions.
Ma gli sfondoni non finiscono qui perché prima della chiusura la famigerata organizzazione difensiva rossonera è capace di regalare a un ragazzo slovacco di chiare origini italiane, Nino Marcelli, un passato da calciatore promettente (fatto anche un provino con la Roma) di guadagnarsi la citazione speciale con un sinistro fulminante dal limite che fissa il 2 a 3 finale. Dietro la lavagna i giocatori ma soprattutto Fonseca, che non può chiamarsi fuori dinanzi all'esibizione sempre più scadente complessiva del Milan.
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