Porte riaperte a Mino Raiola. Le ha spalancate il Milan di Elliott dopo la nota rottura con il Milan cinese causata dal rinnovo contrattuale di Donnarumma. Allora Mino non si presentò negli uffici di casa Milan, mandò un familiare più l'avvocato Grigo i quali abbandonarono però il vertice appena capirono che Donnarumma padre e figlio avevano accettato il ricco contratto di 6 milioni più un milione per Antonio, il fratello maggiore.
Raiola è tornato già da qualche tempo, a dire il vero. Perché è sul punto di prendere ufficialmente in carico la posizione di Alessio Romagnoli e forse anche di Suso che ha appena cambiato agente con tanto di elegante reciproco comunicato. Nella scuderia c'è già Jack Bonaventura alle prese con il rinnovo. L'arrivo in queste ore di Raiola a casa Milan dunque non è un evento, bensì la conferma della ripresa delle relazioni diplomatiche con la coppia Boban-Maldini i quali appunto da gennaio in avanti dovranno negoziare il rinnovo, in largo anticipo, del contratto di Donnarumma. Il nuovo clima è la premessa ideale per mettersi al tavolo a parlare di un eventuale ritorno di Ibrahimovic a Milanello.
La premessa fondamentale è una sola: il sì arriverà non da Raiola ma dal diretto interessato che ha sempre deciso in prima persona del proprio destino, ascoltando anche il parere, influente, della famiglia. E fino a ieri Ibra non ha ancora comunicato cosa intende fare, se continuare a giocare in Europa, e dove, oppure ritirarsi. Perciò sono considerati prematuri anche gli altri argomenti in discussione, e cioè la durata eventuale del suo ritorno a Milanello e soprattutto il ruolo che Ibra sarebbe chiamato a esercitare nel Milan attuale. Paolo Maldini, in tempi non sospetti, raccontò nell'intervista rilasciata a Sky che il ritorno dello svedese sarebbe stato «un sogno», perché «sposta tante cose» segnalando comunque il dubbio che «in cuor suo ci sarà il pensiero di non essere più l'Ibra di un tempo». Ecco il nodo: Zlatan è disponibile, eventualmente, ad accettare la panchina che significherebbe non relegare Piatek e/o Leao a un ruolo marginale? Con questi argomenti sul tavolo, è cominciato il dialogo con Raiola che ha avuto l'incarico di fare un sondaggio in vista della scelta delle prossime settimane.
Gennaio è alle porte, il Milan non viaggia come si aspettavano l'azionista e i due responsabili dell'area tecnica, il cambio di allenatore non ha prodotto alcun profitto e nello spogliatoio c'è un clima non propriamente positivo. Basta riflettere sulle ultime dichiarazioni di Calhanoglu, per coglierne la conferma.
«Se mi arrivasse una proposta dal Bayern, questa volta non direi di no» la frase del turco che di certo non ha provocato salti di gioia a Milanello. Forse anche per questo motivo, proprietà e dirigenti hanno pensato a Ibra. La sua presenza, a dispetto dell'età e di qualche acciacco, avrebbe il significato di una scarica di adrenalina per tutto l'ambiente.
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