![Inter, bye bye aggancio](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/07/1738909866-aztdgxjzm42zrfiivmg1-massimo-paolone-lapresse.jpeg?_=1738909866)
Vince la Viola: 3-0 con merito totale. L'Inter cade, anzi crolla e il suo capitombolo è molto rumoroso. Mai Inzaghi in 4 anni aveva perso in modo tanto netto. Niente aggancio al Napoli, che resta a +3 anche senza asterischi e il 2 marzo giocherà lo scontro diretto in casa, due bei vantaggi. La Fiorentina invece agguanta la Lazio al quarto posto e da lunedì nella rivincita a San Siro, aggiungerà alla sua classifica le vitamine dell'ottimo mercato fatto. Firenze può sognare, l'Inter (che il mercato non l'ha fatto) solo piangere. Nessuno quest'anno aveva messo così nettamente a nudo i limiti dei nerazzurri, nemmeno il Milan che ha vinto 2 derby, nemmeno il Leverkusen che li ha sconfitti in Champions.
Augusto non è Dimarco, Frattesi non è Barella, Mkhitaryan ha il fiato corto, De Vrij gioca quanto mai nelle ultime 5 stagioni, soprattutto questo Calhanoglu non è il vero Calhanoglu: esce a metà del secondo tempo, lasciando come unica vera prova della sua presenza in campo, come già nel derby, il pallone perso in favore di Richardson, da cui nasce il secondo gol della Fiorentina (cross di Dodo, buco di Bisseck, gran colpo di testa di Kean). La strada per il bis scudetto per Inzaghi passa innanzi tutto dal recupero del turco, altrimenti sono guai. Poi, chiaro, ci sono tutti i meriti della Fiorentina, che stavolta sono tanti. Anche a Monza, il calcio di Palladino aveva più volte messo in difficoltà Inzaghi, soprattutto il primo anno (un pareggio e una vittoria), perciò non può essere un caso, al netto di infortuni e cessioni (gli acquisti non possono giocare) che dopo 4 mesi di pura difesa a 4, il tecnico viola aggiunga un difensore al posto di un centrocampista, con Dodo alzato in possesso di palla, ma sempre allineato a Comuzzo & C. quando è l'Inter ad attaccare. Si ricomincia al 17', non con il calcio di piede al centro del campo, ma con un'insolita rimessa con le mani, quella sancita dal Var la sera del primo dicembre, subito dopo il gol annullato a Lautaro e contemporaneamente alla crisi cardiaca di Edoardo Bove, da allora non più in campo ma sempre accanto ai compagni, in panchina per deroga federale, con gli abbracci calorosi di arbitri e avversari, anche di Inzaghi, a partita finita. Succede tutto nel secondo tempo, dopo che nel primo De Gea aveva fatto una grande parata su Lautaro e il Var tolto un gol ad Augusto per un netto fuorigioco.
Apre il tabellino capitan Ranieri, da angolo, con Frattesi che guarda il pallone non l'avversario (erroraccio da matita blu), poi si scatena Moise Kean, che nel primo tempo aveva graziato Sommer, ma si rifà con gl'interessi: prima di testa e poi di piede, 19esimo gol della stagione, 15esimo in campionato, doppio record personale. Mica male per uno che a Torino non segnava più.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.