Ranieri, l'unico italiano che ha saputo stregare il cuore dell'Inghilterra

Tutta l'isola schierata co Claudio Ranieri e contro il Leicester. Ma ora sarà la squadra a perderci

Ranieri, l'unico italiano che ha saputo stregare il cuore dell'Inghilterra

Martin Samuel, il più acido dei giornalisti sportivi britannici, ha definito i thailandesi, padroni del Leicester, serpenti. Dunque, viscidi, velenosi, mortiferi. Il morso di Vichai Srivaddhanaprabha ha tolto dal gioco Claudio Ranieri. Mai si era visto il popolo inglese piangere e urlare in favore di un italiano sull'isola della Regina. Capita con il football, capita per questa squadra, il Leicester City, autentico fenomeno storico, mondiale, apparsa improvvisamente dal nulla per trasformarsi nella più bella del reame, campione d'Inghilterra, rospo che si fa principe grazie al miracolo di questo allenatore, romanaccio di sangue e inglese di educazione.

Fine della favola romantica. La commedia grassa prosegue e prevede quest'epilogo. Non c'è riconoscenza, è roba da baci Perugina, non c'è rispetto, la prego, quella è la porta questo è l'assegno, ciao ciao, bye bye, auf wiedersehen, adieu.

Il calcio ormai smarrisce la memoria, usa e getta il proprio patrimonio, cancella la storia, brucia la tradizione, si inchina al denaro, al risultato, passa dalla gratitudine alla graticola, è un marinaio che promette amore ad ogni donna incontrata lungo i viaggi, per poi tradirla al successivo porto. Claudio Ranieri conosce bene questi inganni, in Spagna, in Italia, in Grecia, in Francia, nella stessa Inghilterra, ha attraversato squadre e club illustri, è stato accolto, onorato, applaudito e, infine, giustiziato sul posto, con la stessa precisione tipica di un cecchino. Ranieri non è vittima e nemmeno martire. Semmai la vittima è il Leicester che scompare dal teatro del football, così come era apparso, finisce tra i fischi e gli insulti dei tifosi che hanno capito il giro del fumo, dunque dello spogliatoio, dei killer che hanno accoltellato l'allenatore che aveva reso famosi calciatori vagabondi, dilettanti, ordinari, anonimi, poi travestiti da sicari, con Jamie Vardy, capobanda insieme col portiere Schmeichel, che radunava nella sua abitazione i sodali e complici per feste e congiure, con la copertura del serpente thailandese che ha fatto i conti, come tutti gli investitori di gran moda, provenienti dal nuovo mondo: il Leicester rischia la retrocessione, dunque può perdere un monte di duecento milioni di sterline, tra diritti televisivi, merchandising e sponsor. Di certo ha perso la faccia e, oggi, c'è chi desidera che la squadra finisca davvero ultima, che venga rispedita nella plebe del football inglese, che esca dal club elitario della Premier, perché questa sarebbe la vera eliminazione, questa la vera umiliazione.

Claudio Ranieri aveva percepito l'aria malsana. Quando aveva sottoscritto, nello scorso agosto, un faraonico nuovo contratto di quattro anni a sette milioni a stagione, si era portato avanti con il lavoro e il conto corrente. Non può lamentarsi, anzi esce da vincente, con il sorriso sulle labbra, come gli ha suggerito un altro lupo di mare, Josè Mourinho, suo ex rivale e sfidante perfido, che ieri in conferenza stampa ha indossato una tuta con le iniziali di Claudio Ranieri ed è ben consapevole che il calcio non vive soltanto di chiacchiere e distintivi. Il miracolo, in quanto tale, non può ripetersi continuamente. Nel football, anzi nello sport, quello del Leicester resta unico: nemmeno la clamorosa vittoria del Liverpool nella finale turca contro il Milan, nemmeno il trionfo del Manchester United all'ultimo secondo contro il Bayern di Monaco nella coppa dei Campioni diretta da Collina; addirittura, lo sostengono gli inglesi più superbi, nemmeno il capolavoro di Medinah, la vittoria dell'Europa sull'America nella Ryder Cup di golf del 2012. Claudio Ranieri ha fatto la storia, carica di argenti e con un gioiello che non ha pari nemmeno tra i preziosi della Jewel House nella Torre di Londra. La sua avventura continuerà altrove.

Il Leicester torna dietro il sipario, anonimo partecipante a un torneo di calcio, comparsa fuori scena.

Mi sembra di udire, oltre la Manica, una risata in lontananza. Molto italiana, molto romana.

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