Ancora Rapinoe contro Trump, ancora una volta la nazionale femminile statunitense di calcio che diventa oggetto di scontro politico negli Usa, con l'ex presidente ad alimentare le polemiche. L'eliminazione delle ragazze Usa dal mondiale, infatti, ha portato con sé strascichi ulteriori: non fosse bastato il ko sanguinoso domenica agli ottavi di finale ai rigori contro la Svezia, sono iniziate a piovere critiche sulla squadra e nello specifico su alcune delle leader del gruppo.
In primis, appunto, Megan Rapinoe, campionessa in campo e volto mediatico a 360 gradi con le sue battaglie per i diritti civili Lgbtq+, che però ha sbagliato uno dei rigori contro la Svezia. Di più, dopo aver calciato alle stelle il suo penalty è sembrata quasi sorridere, tornando indietro verso le compagne. Era una smorfia dovuta al nervoso? Certo, le immagini sono sfilate in mondovisione, così come in mondovisione non è sfuggito ai più il dettaglio di una squadra che, schierata prima della partita, in maggioranza non stava cantando l'inno nazionale. Almeno sei su undici sono rimaste in silenzio senza intonare "The Star-Spangled Banner".
Su tutti questi aspetti sgradevoli è intervenuto Donald Trump, come sempre alla sua maniera, forte di una lunga serie di precedenti punzecchiature nei confronti della nazionale femminile, Rapinoe in primis, già quando era alla Casa Bianca. Come quando l'aveva descritta «la calciatrice dai capelli porpora», capitana di «un gruppo di ragazze di estrema sinistra». Il probabile candidato repubblicano alle prossime presidenziali si è scatenato sui suoi social network: «La scioccante e inattesa sconfitta della nostra nazionale di calcio contro la Svezia è l'emblema di ciò che sta accadendo a quella che una volta era la nostra grande nazione e che ora è in mano a Joe Biden», definito da Trump nel messaggio con l'aggettivo crooked, cioè sbilenco ma pure corrotto o disonesto. E poi l'accusa diretta alle giocatrici, «molte ostili all'America», e alla Rapinoe: «Bel tiro Megan, complimenti. Gli Stati Uniti andranno all'inferno».
Quattro anni fa gli Usa femminili vinsero il mondiale e rifiutarono l'invito alla Casa Bianca da parte di Trump, accettando invece la visita al Congresso, controllato
all'epoca dai Democratici. Ora a casa tra le polemiche, con la Rapinoe che prima del torneo in Australia e Nuova Zelanda aveva già annunciato l'addio al calcio. In attesa del prossimo scontro verbale con l'ex presidente.
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