Pronti i dossier per licenziare Seedorf

La società tranquillizza i "dissidenti", arriverà Inzaghi

Pronti i dossier per licenziare Seedorf

Come nei divorzi più famosi, quando gli avvocati sono già stati consultati dettando la linea. Così Seedorf e il Milan stanno vivendo le ultime tre settimane del loro sodalizio, atteso come l'inizio di una nuova, rivoluzionaria era calcistica e invece destinato a finire tra rancori appena sopiti e dossier legali collezionati. Alla fine, secondo uno stile berlusconiano mai smentito, si raggiungerà un accordo onorevole tra le parti ma nel frattempo le cartellette con la raccolta di ritagli di giornali e dischetti con interviste tv stanno diventando più voluminose.

L'ultima dell'olandese, l'intervista di domenica pomeriggio organizzata dal suo staff con l'intento dichiarato di raccogliere il consenso del popolo rossonero, è stata derubricata da Adriano Galliani, in una azione improvvida. «Sicuramente ha fatto un'intervista non concordata con la società e questo non è in linea con il nostro regolamento interno, anche se non ha detto nulla di censurabile. Qui finisce la vicenda» la chiosa del vice-presidente intervenuto di primo mattino ai lavori della Lega calcio. Che ha anche colto l'occasione per dire la sua circa la sfida con la Roma, «nulla di strano, abbiamo perso con la seconda in classifica», ma ridisegnando meglio i confini tecnici del divario registrato con una frase («tra l'altro non essendo dominati sul piano del gioco») che ha avuto il sapore inconfondibile di una correzione del giudizio estasiato di lady B nei confronti della Roma e una difesa orgogliosa del gruppo squadra.

Che Seedorf abbia scelto anche il giorno sbagliato (di solito quando c'è un intervento televisivo del presidente Berlusconi, intervistato da Barbara d'Urso su Canale 5, al Milan è da sempre in voga l'abitudine di rispettare il silenzio) è un dettaglio sottovalutato dal suo staff che ha finito col peggiorare lo stato già precario dei rapporti diplomatici con Arcore, oltre che con il responsabile della comunicazione rossonera, nella settimana più delicata dell'ultimo tratto di stagione, a pochi giorni insomma dal derby di ritorno. Sulla materia, il destino del tecnico, non ci saranno altri interventi da qui a fine torneo ma solo un doveroso e paziente rinvio di ogni pubblica scelta a qualche minuto dopo la sfida col Sassuolo.
Allora, a dispetto delle convinzioni dell'interessato, il Milan parlerà del futuro e rimetterà al centro del dibattito il rilancio della squadra. Che non può passare senza la conferma di alcuni giocatori-simbolo per età e caratura tecnica, tipo De Sciglio per intendersi.

A tal proposito i colloqui che Galliani ha avuto di recente con taluni esponenti dello spogliatoi, in particolare i nazionali ignorati da Seedorf (Abate, Montolivo, Pazzini e lo stesso De Sciglio per il quale è fatto espresso divieto di schierarlo a sinistra) sono serviti a far rientrare propositi di abbandono di Milanello e ricerca di nuove sistemazioni.

Ai più è bastato conoscere, in anticipo, l'orientamento della società e magari leggere sui media l'identità del probabile successore di Seedorf (Pippo Inzaghi), per rispondere con un disciplinato "obbedisco" alle raccomandazioni del vice-Berlusconi. Di cambiare indirizzo tecnico, non se ne parla. Per l'Inter, Seedorf è deciso ad andare dritto per la sua strada: stesso schieramento, più o meno, di Roma.

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