Resti incinta? Il Milan ti allunga il contratto

Calciatrici in gravidanza: se in scadenza, rinnovo automatico

Resti incinta? Il Milan ti allunga il contratto
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Esiste un mondo in cui la cicogna, oltre a portarti il regalo più bello, ti dona anche la possibilità di vederti prolungare il contratto di lavoro. Nessuno in Europa ci aveva ancora pensato, finché il Milan ha scelto di adottare una nuova politica per le proprie tesserate. Garantendo loro una serie di tutele durante la gravidanza che partono proprio il rinnovo automatico annuale di contratto, alle medesime condizioni, in caso di bebé in arrivo nel corso della stagione contrattuale. Di più, un aiuto sarà garantito anche per la prima infanzia dei figli: nelle ore in cui l'atleta è impegnata nell'attività sportiva, ma anche fornendo supporto per voli, alloggi e altre spese di viaggio per i figli e un accompagnatore. La difesa di un valore, la valorizzazione di un dipendente attraverso un incentivo economico, ma ancor prima di rispetto.

Così il Milan prende in contropiede anche il Fifpro Global employment report, lo studio globale sulle condizioni di lavoro nel mondo del calcio femminile: solo il 2% delle calciatrici intervistate nei quattro continenti ha dichiarato di avere figli, ben il 47% ha invece assicurato che in caso di fiocco rosa o blu sulla porta di casa direbbe addio al calcio giocato. «Siamo orgogliosi di presentare un progetto tanto importante, che testimonia ancora una volta l'attenzione del Milan a tematiche rilevanti per tutte le persone della famiglia rossonera», sono state infatti le parole del ceo del Milan, Giorgio Furlani (in foto). «Vogliamo che questo nuovo passo sia un'ulteriore motivazione di crescita e sviluppo per tutto il club, diventando un modello da seguire».

Soprattutto in un campo, quello del calcio femminile, in cui c'è ancora molto da seminare. Lo dimostrano, tra le altre cose, le condizioni che spinsero tre anni fa Baresi a dire basta. Solo che non si parla di Franco, ma di Regina, nipote del vicepresidente rossonero e figlia del Beppe che ha legato il suo nome ai cugini nerazzurri.

Regina stessa, dopo 17 anni con l'Inter femminile e fascia di capitano al braccio, alla soglia dei 30 anni decise di dire basta con il calcio femminile e cominciare a costruirsi quel futuro che uno sport povero non gli avrebbe consentito.

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