Papà, mamma, moglie e parenti vari. Tutti avvisati, la pacchia sta per finire. Forse. Perché in Italia, si sa, non bisogna mai dare nulla per scontato. Ad oggi la notizia è che il Governo Gentiloni, poco prima di chiudere i battenti, ha inserito nella Legge di Bilancio 2018 una riforma che, se adottata nel modo corretto, potrebbe davvero rappresentare una svolta per l'italico calcio: è stato approvato infatti un emendamento che reintroduce l'esame di abilitazione per poter svolgere la professione di procuratori sportivi; e, connesso a questo, la relativa costituzione di un albo professionale.
In sostanza si torna indietro di tre anni. Una nuova svolta, dopo quella del 2015 quando, su direttiva della Fifa, era stato abolito l'elenco in cui erano iscritti gli Agenti Fifa. Da quel momento chiunque ha potuto agire, in un mercato fin troppo liberalizzato, come agente di calciatore: dal panettiere che sforna pagnotte con il sogno del pallone al pescivendolo-allenatore dei ragazzini; figure ibride che si sono affiancate, oltre a quelle degli agenti tout court, ad altre già esistenti come i parenti: il fratello di Paulo Dybala, Mariano, la moglie di Mauro Icardi, Wanda Nara; e poi Claudio Chiellini e Nicolas Higuain, parenti di cotanti giocatori. Persone che già operavano come agenti in precedenza, in quanto al momento della riforma era previsto che un parente diretto potesse curare gli interessi di un calciatore.
Ma la novità sta proprio qui: fino ad oggi erano riconosciuti dalla Figc in un apposito elenco, ma ora per fare il procuratore bisogna tornare a sostenere gli esami. Vita nuova per il vecchio calciomercato, dove non ci sarà più spazio per le "mogli di" i "fratelli di" e i "papà di".
«La legge entrerà in vigore forse tra un anno, quindi l'allarmismo che si è creato è fin troppo eccessivo - ha precisato Jean-Christophe Cataliotti, avvocato e agente di calciatori, esperto della materia - quelli che hanno superato l'esame prima dell'abolizione (1 aprile 2015, ndr) riacquistano il titolo di procuratore che era stato illegittimamente tolto. Il problema sarà solo ed esclusivamente per chi, dopo il 2015, si è iscritto senza sostenere l'esame». Appena entrerà in vigore la norma, dunque, queste persone dovranno sostenerlo e superarlo. E gli agenti-parenti? «A dire il vero l'emendamento, ad oggi, non parla di loro - prosegue ancora Cataliotti - non c'è traccia di questa novità, quindi ad oggi non si sa cosa accadrà. Certo, se dovessero copiare il modello vecchio, come molto plausibile, tutto rimarrebbe come sempre».
Nel testo dell'emendamento relativo, si legge: «Può iscriversi al suddetto registro il cittadino... in possesso del diploma di scuola media superiore... che abbia superato una prova abilitativa diretta ad accertarne l'idoneità. È fatta salva la validità dei pregressi titoli abilitativi rilasciati prima del 31 marzo 2015». Leggendo non pare affacciarsi all'orizzonte alcuna novità. Toccherà ora alle istituzioni recepire il testo dell'emendamento e cercare di capire come modellarlo allo stato attuale del calcio: a distanza di quasi tre anni dalla deregulation del 2015, l'emendamento proposto dai senatori Falanga, Barani e Milo è per il calcio italiano un flashback che lo spedisce indietro di tre anni e reintroduce la figura del procuratore sportivo.
Wanda Nara e i parenti vari tremano, anche se ad oggi questa riforma tanto voluta nel 2015 dalla Fifa non sembra aver sortito troppi effetti dirompenti. In un mercato dove, spesso, sono pochi gli agenti di spessore che possono e sanno fare la differenza.
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