Il rigore di Lookman e la solita "cura" Gasp

"Lookman non è il nostro rigorista. È il peggior tiratore di rigori che io abbia mai visto: è stato un brutto gesto"

Il rigore di Lookman e la solita "cura" Gasp
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«Irrispettoso», «dittatore», «ha oltrepassato i limiti»: può finite una favola (spesso) così? Quando la storia si ripete non è mai un caso e se allenare una squadra di calcio è davvero un'ossessione, Gian Piero Gasperini è l'emblema di uno stato d'animo. Di lui ormai si sa tutto e non sorprende più nulla, e forse per questo non stupisce quanto è successo dopo la sconfitta contro il Bruges dell'altra sera, quando ha fatto un grande sforzo per gestire il risultato (Gasp è tanto geniale quanto un cattivo perditore), fino poi a esplodere gelido alla domanda «cos'è che non ti è piaciuto?», e da lì il diluvio. «Lookman non è il nostro rigorista. È il peggior tiratore di rigori che io abbia mai visto: è stato un brutto gesto». Boom.

Davvero serviva, in quel momento, mettere in piazza le questioni di spogliatoio? Ovviamente no, ma Gasp non ha mezze misure (chiedere a Massimo Moratti per referenze) e quando le cose non vanno come dice lui succede il disastro. Con il Papu Gomez il limite superato fu quasi il venire alle mani, con Maehle finì appunto con l'accusa documentata di essere un capo assoluto, e adesso Lookman, il suo migliore attaccante che già voleva andarsene in estate, e che ha risposto per le rime: «Essere preso di mira nel modo in cui lo sono stato non solo mi ferisce, ma suona profondamente irrispettoso. Ho affrontato molti momenti difficili durante la mia permanenza qui, la maggior parte dei quali non ho mai raccontato. Per questo quello che è successo ieri sera mi fa ancora più male».

Seguirà, si dice, un tentativo di riconciliazione (oggi i Percassi saranno a Zingonia), e sicuramente una prossima cessione, ma non è questo il punto.

Nel gioco del Gasp si ritorna sempre alla partenza, e d'altronde l'altra sera, parlando delle sue scelte tattiche, il tecnico ha sibilato: «Il mio modo di vedere il calcio è questo e sarà sempre così». Bellissimo quando va tutto bene, ma poi arriva il giorno della sconfitta e a quel punto non vince più nessuno. Soprattutto lui.

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