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La rinascita Oranje è col pilota automatico

Lodeweges, vice di Koeman, ultimo traghettatore: ripropone la formula vincente

La rinascita Oranje è col pilota automatico

Da un traghettatore all'altro - Allegri avrebbe rifiutato l'offerta degli Oranje perchè aspetta un club, in lizza per la panchina c'è Ten Cate -, ma in mezzo è cambiato tutto. Tre anni fa l'Italia disputò un'amichevole contro l'Olanda alla Johan Crujff Arena, vincendo 2-1, e anche in quell'occasione sulla panchina degli arancioni sedeva un ct ad interim, Fred Grim, subentrato alla disastrosa gestione Blind. Quell'Olanda, già nel baratro per aver mancato Euro 2016, sarebbe sprofondata ulteriormente non qualificandosi per il Mondiale 2018. L'Italia di Ventura l'avrebbe seguita a ruota. Stasera il traghettatore è Dwight Lodeweges e si trova in panchina solo per causa di forza maggiore, vista l'improvvisa partenza di Ronald Koeman, volato a Barcellona per coronare il suo sogno da allenatore.

Se Grim era costretto a lavorare in mezzo alle macerie, Lodeweges deve solo riproporre una formula alla quale lui stesso, da vice di Koeman, ha lavorato negli ultimi anni. La prima Nations League è stata la competizione della rinascita del calcio oranje, grazie alla finale raggiunta nel 2019. Lodeweges, che per due terzi della sua trentennale carriera da allenatore ha lavorato come assistente, ha debuttato con un successo venerdì scorso contro la Polonia. 290 giorni dopo l'ultima uscita ufficiale, era ancora l'Olanda di Koeman: stessi uomini, stesso schema e approccio alla gara.

Del resto nell'ultimo triennio la rosa dei tulipani è cresciuta talmente tanto in qualità da poter essere guidata con il pilota automatico. Il confronto con l'undici titolare del citato Olanda-Italia del 2017 illustra il cambiamento: al centro della difesa c'è Van Dijk e non più il ballottaggio Hoedt-Martins Indi; in mediana Strootman ha lasciato il posto a Frenkie de Jong, che lontano da Barcellona ritrova tempi, movimenti e personalità che lo avevano reso uno dei pezzi più pregiati dell'Ajax 18-19; a sinistra agisce il duttile Aké, fresco di passaggio al Manchester City per 45 milioni di euro. Ma anche l'attacco, sulla carta rimasto simile per due terzi (Promes-Depay), è in realtà cambiato, perché tra il Depay di tre anni fa sbarcato a Lione dopo il bruciante flop al Manchester United e l'attuale all-rounder d'attacco in procinto di passare al Barcellona c'è un abisso a livello di maturità, consapevolezza e rendimento.

Il tutto con De Ligt fermo ai box e Van de Beek, altro cartellino multimilionario (44 i milioni pagati dal Man. Utd all'Ajax pochi giorni fa), in panchina, sacrificato in nome dell'equilibrio garantito dal feeling olandAtalantino del duo De Roon-Hateboer.

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