Roberto Baggio amaro: "Ripenso sempre al rigore sbagliato a Usa 94"

Roberto Baggio si è raccontato durante al Festival dello Sport di Trento e ha ricordato il Mondiale di Usa 94: "Tante volte, quando vado a dormire, penso ancora a quel rigore. Non sarà stato il rigore decisivo ma ho dato il colpo di grazia"

Roberto Baggio amaro: "Ripenso sempre al rigore sbagliato a Usa 94"

Roberto Baggio è stato sicuramente uno dei giocatori italiani, e non solo, più forti della storia del calcio. Il Divin Codino ha incantato nella sua lunga e gloriosa carriera dove ha vestito le maglie di Fiorentina, Juventus, Bologna, Milan, Inter e Brescia, segnando 291 reti in 643 partite disputate in tutte le competizioni. Nonostante una carriera da urlo, Baggio ha vinto molto poco: 2 scudetti con Milan e Juventus, più una Coppa Uefa e una Coppa Italia con i bianconeri.

Il fuoriclasse di Caldogno, però, ha vinto un pallone d'Oro nel 1993, mentre con la nazionale italiana resta l'amaro in bocca per i mondiali di Italia 90 ed Usa 94, con gli azzurri che arrivarono rispettivamente terzi e secondi perdendo la finale di Pasadena, ai calci di rigore, contro il Brasile e con Baggio che ne sbagliò malamente uno. Nonostante siano già passati 25 anni, Baggio continua a ripensare a quell'errore dal dischetto che condannò la nazionale italiana alla sconfitta: "Tante volte, quando vado a dormire, penso ancora a quel rigore. Non sarà stato il rigore decisivo ma ho dato il colpo di grazia e sognavo una finale Italia-Brasile sin da bambino", queste le sue parole durante il Festival dello Sport di Trento".

Baggio ha poi parlato della mancata convocazione per i Mondiali del 2002 che gli ha lasciato l'amaro in bocca: "Stare in nazionale per me era un momento particolare, quella maglia era qualcosa di straordinario e incredibile per me, mi ci sentivo bene. La mancata convocazione del 2002 è una ferita non rimarginata paragonabile al calcio di rigore di Pasadena, forse passo per presuntuoso o arrogante, ma per una volta non mi interessa, credo che alla fine meritassi di essere tra i convocati di quel Mondiale.

Perché ho avuto un'operazione e sono tornato dopo 77 giorni in campo. Meritavo di andarci anche solo senza giocare, a parte che avrei giocato... Era forse qualcosa che il calcio mi doveva e non è stato così e forse è anche per questo che oggi mi allontano".

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