Roma, basta un gol lampo di Ünder

Il Verona è poca cosa, ma in 10 i giallorossi hanno rischiato la beffa

Roma, basta un gol lampo di Ünder

Ritrova la vittoria dopo 50 giorni ma non ritrova se stessa nemmeno in una mattina di sole iniziata con un gol-lampo, 43 secondi e partita subito in discesa grazie a una rasoiata mancina di Ünder. Ma 93 minuti più tardi (recupero compreso) la fotografia della Roma attuale è un urlo di Manolas, che saluta il triplice fischio di Fabbri esultando come se avesse appena vinto una finale.

Sostenere che i giallorossi abbiano rischiato di non vincere significherebbe essere troppo indulgenti con un Verona indegno della serie A. Smembrata da cessioni, squalifiche e infortuni la squadra di Pecchia ha masticato calcio senza mai creare occasioni e però - grazie a una Roma che per l'undicesima volta di fila ha segnato non più di un gol - è rimasta in partita fino all'ultimo quando anche un rimpallo può essere decisivo.

Cosa sia successo a una Roma partita benissimo è difficile da dire. Nella prima mezzora Dzeko e compagni sembravano quelli di due mesi fa, determinati su ogni pallone e vicini al raddoppio in almeno tre circostanze: vero è che il bosniaco ha tirato con la mira dei giorni peggiori, ma se non altro si è rivisto un giocatore vivo rispetto all'ectoplasma delle ultime partite. E comunque non basta per spiegare il black-out iniziato già nella seconda metà del primo tempo, quindi ben prima che Pellegrini si facesse cacciare per un brutto fallo da dietro su Matos.

Il passaggio al 4-2-3-1, provato in settimana da Di Francesco e poi effettivamente utilizzato al Bentegodi, ha aiutato un po' Nainggolan ma allo stesso tempo ha confuso le idee al giovane Lorenzo. E lo stesso allenatore, come già alla vigilia, ha ribadito che il modulo non incide così tanto sulle fortuna della squadra: «Quando non va qualcosa spostare avanti di dieci metri un giocatore è relativo, e poi non dimentichiamo che con il 4-3-3 la squadra ha fatto delle prestazioni ottime».

Eusebio si è rammaricato per le eccessive sofferenze ma ha assicurato che la squadra gli ha ridato «una sensazione di compattezza». Più che un complimento davvero convinto è sembrato uno zuccherino per i giocatori dopo settimane di bacchettate, perché in effetti la Roma continua ad accendersi e spegnersi in modo preoccupante durante i 90' e se ieri non ha pagato di nuovo pegno è stato solo per l'insipienza tecnica degli avversari.

A Trigoria escludono che si tratti di un problema atletico (fanno riferimento a dati secondo cui nelle ultime partite la squadra avrebbe corso come mai in precedenza), e allora non resta che pensare a un blocco mentale, a un calo di motivazioni dopo l'eliminazione dalla coppa Italia e la sconfitta con la Juve a cui ha fatto seguito un'involuzione che dura ancora.

I tre punti presi al Verona sono la classica rondine che non fa primavera, ma domenica (senza gli squalificati Nainggolan e Pellegrini) all'Olimpico arriva il Benevento: in attesa della vera Roma, è il calendario a dare una mano...

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