Roma. Niente en plein inglese nelle finali di Coppa, come accaduto nel 2019. A tradire è l'Arsenal (0-0), che paga la personale «vendetta» sportiva del suo ex tecnico Emery. Nella finale di Europa League ci sarà un po' di Spagna con il suo Villarreal. Nessun miracolo, invece, all'Olimpico, dove una Roma orgogliosa - il carattere del gruppo sarà di certo piaciuto allo spettatore d'eccezione, davanti alla tv, Mourinho - regala due ottimi inizi di tempo e un discreto finale di gara, prendendosi una vittoria meritata per le occasioni create. La rimonta si ferma al 3-2 e che il gol decisivo lo segni un classe 2002, il polacco con cittadinanza italiana (è nato a Tivoli) Nicola Zalewski attaccante della Primavera all'esordio con i «grandi», è un segnale positivo per il futuro targato Special One.
Lo United scende in campo molto compassato, quasi sazio del 6-2 dell'andata, così il protagonista principale diventa il portiere De Gea, attento e reattivo sulle diverse conclusioni romaniste nonostante i tre gol incassati. Ma in campo c'è purtroppo anche la bestia nera dei giallorossi, quel Edinson Cavani che segna un'altra doppietta come all'andata sfruttando le uniche occasioni della sua partita. Tredici i gol dell'uruguaiano alla Roma in carriera, solo al Monaco (15 reti) ha segnato di più.
L'impresa della truppa di Fonseca era davvero complicata dopo la disfatta di Old Trafford e una Roma «rattoppata», oltre che modificata nel modulo per mezz'ora, ci ha provato. Perso Smalling per l'ennesimo infortunio in stagione (ben 23 le gare saltate in stagione dall'ex della gara, una circostanza sulla quale Mourinho - che lo ha già avuto con sè - dovrà riflettere), la squadra giallorossa ha mostrato lampi interessanti. Tante occasioni iniziali per tentare un accenno di rimonta, il contropiede micidiale con l'assist perfetto di Fred per Cavani. La Roma non ci sta a perdere di nuovo, vuole salvare la faccia, così come Fonseca vuole salutare l'Europa da «professionista serio» e molti degli elementi in rosa devono mostrare un buon biglietto da visita a Mou. Che già a fine maggio potrebbe essere nella Capitale.
Curioso che il matrimonio - durato due stagioni - tra il Manchester United e il portoghese abbia fruttato l'ultimo trofeo a entrambi: la vittoria nel 2017 dell'Europa League, che ora i Red Devils proveranno a rivincere il prossimo 26 maggio a Danzica.Gol di Dzeko, poi di Cristante e infine dopo il bis di Cavani, la sorpresa Zalewski. La notte è meno amara di quella inglese, ma il rammarico è tanto. Meglio pensare già al futuro con Mourinho in sella.
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