Ci sono i flash degli ottantamila tifosi al Santiago Bernabeu il giorno della presentazione ufficiale con la maglia del Real Madrid; ci sono i filmati dei tantissimi gol - quelli messi a segno con i galacticos mescolati a quelli segnati da bambino -; ci sono le immagini inedite, quelle del Cristiano Ronaldo più intimo e privato. Quello che scherza a tavola con gli amici («Parlami del più forte calciatore al mondo? Io»); che chiacchiera sdraiato sul divano con il figlioletto («Papà voglio diventare un portiere». «Un portiere? Stai scherzando...»); che riassume in «famiglia e amici», le cose più importanti della vita. Poi ci sono i racconti della madre che ricorda di aver lasciato partire Ronaldo verso Lisbona quando aveva solo 12 anni e che «si sentiva come di averlo abbandonato».
L'attaccante portoghese Cristiano Ronaldo, stella del Real Madrid, e uno dei migliori giocatori al mondo, ha presentato a Londra «Ronaldo» il docufilm sulla sua vita, diretto dal regista britannico Anthony Wonke.
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