Rossa in crisi a Budapest sognando un bis del 2015

Scherzi di classifica. Dopo dieci Gran premi, la Ferrari in grossa crisi di oggi dista dalla vetta del mondiale 62 punti. La Ferrari in crisi medio grossa di un anno fa, dopo nove gare distava 59 punti. All'epoca c'era Vettel a guidare l'inseguimento. Ora c'è Kimi Raikkonen. Il che rende l'idea dello stato confusionario in cui versano le truppe rampanti. Un anno dopo la vittoria di Seb in terra magiara, quella che arrivò a raddrizzare una stagione partita bene e che aveva però iniziato a prendere una brutta piega, si potrebbe anche sperare in un colpo di reni ferrarista e un déjà vu sotto la bandiera a scacchi. In fondo la pista kartodromo è amica della Rossa e la classifica mondiale ancora corta: Rosberg primo con 168 punti e Hamilton dietro di uno. Entrambi, con le loro intemperanze, garanti di un mondiale che resterà ancora a lungo aperto. Fosse la Ferrari del 2015 ci sarebbe dunque di che sperare. Ma non è più quella Ferrari.

L'anno scorso il Cavallino arrivava dal disastroso 2014, dal ribaltone al vertice e dalla novità Vettel a Maranello, accolto, vissuto e raccontato come un futuro Schumacher. I cinque podi seguiti all'insperata vittoria in Malesia avevano compattato, gratificato, fortificato le truppe. Per cui, benché alla vigilia di Budapest il clima non fosse dei migliori, c'erano energie e speranze grasse di poter far bene. Se non sempre, di tanto in tanto. Ora, nonostante la classifica sia corta e a suo modo accessibile, il clima tra i ferraristi è totalmente diverso. Sembrano uomini provati e sfilacciati a cui, va detto, non è stato risparmiato niente. Basti pensare alla tragedia familiare che ha colpito il capo progettista e Dt Allison: l'improvvisa perdita della moglie. Ora fa la spola tra Maranello e l'Inghilterra per seguire i tre figli. Ormai è dato partente, forse direzione Renault. E Vettel che sta rivelando tutti i limiti che già erano emersi durante la sofferta convivenza con Ricciardo? È impreciso. È imperfetto. In più, adesso, le voci di abboccamenti con la Mercedes.

Sindrome Alonso? Voglia di scappare? Paura di non vincere? Resta il fatto che Raikkonen ha più punti di lui. Infine la voce - smentita ieri dallo stesso Ross Brawn - di un ritorno del grande boss a Maranello in veste di consulente. Ricorda il Lauda consulente del '91. Come direbbe Niki, «epoca di krande kasino».

BCLuc

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