Giro di boa e delusioni per entrambi. Ieri al Sachsenring, gara nove di diciotto per il Rossi, e la settimana scorsa a Silverstone, gara dieci di ventuno per la Rossa. Quest'anno la nazionale dei motori composta da Valentino e la Ferrari spreca troppo e pasticcia troppo. Non se ne viene fuori. Sembra una stagione maledetta ma in modo strano: lui è in formissima, guida meglio del 2015, ha già vinto due Gp e però da un paio di gare uggiose e fradice è lì lì per acchiappare bottino pieno o quasi pieno (cioè vincere o ridurre drasticamente il divario in classifica da Marquez e Lorenzo) e invece getta via tutto o quasi. Lei, la Rossa, è più veloce del 2015, lei doveva spaccare il mondo e invece è fragile, i piloti non perfetti e quando il duo Mercedes combina guai e fa regali non è mai pronta ad approfittarne. Ora proverà a invertire la tendenza a Budapest, domenica, su pista amica, sul "kartodromo" magiaro dove lo scorso anno Vettel vinse la seconda delle tre gare stagionali. Chissà...
Rossi ha invece provato ieri a invertire l'andazzo dopo la caduta di Assen e quel podio certo in gara-1 (in Olanda la corsa fu spezzata dalla pioggia) e gettato al vento in gara-2. Invece niente, solo ottavo al traguardo con gp partito fradicio e andato via via asciungadosi. Lontano una vita Vale, dopo corsa che da bella era diventata mostruosamente brutta, mentre quella di Marquez aveva seguito processo esattamente opposto: da mesta e imperfetta si era trasformata in un capolavoro di fortuna e talento figlio di un'uscita sulla ghiaia e della coraggiosa decisione di montare le slick a metà gara che dal fondo l'ha portato in vetta. Settimo centro in 7 anni, dalla 125 alle MotoGp.
E dire che Valentino avrebbe potuto far bene, perché anche se non era alle prese con una pista amica, era nel pieno di un week end amico vista la crisi manifesta durata tre giorni di Lorenzo (alla fine 15°). "In queste condizioni non sono particolarmente forte..." la sua ammissione. A cui seguirà difesa dall'accusa di aver replicato l'errore di Misano 2015, quando da primo finì quinto (vittoria a Marquez) per aver tardato il cambio gomme. "Ma no, io resto convinto che il cartello rientra quella volta non mi fosse stato esposto... Qui sì, ma sulla moto ci sono io e non me la sono sentita in quel momento. E se l'avessi fatto, se non avessi atteso 2-3 giri di troppo, avrei al massimo chiuso 6°. Crutchlow e Dovizioso si sono infatti fermati con me e poi hanno finito 2° e 3°. Io ho preso da loro 10'' in un giro e se anziché le intermedie avessi montato le slick sarebbe andata peggio... Un mio limite? Forse. Ma perché queste gare spezzate arrivano quando sono davanti a lottare per la vittoria; se sei dietro è più facile decidere di rischiare.
Mondiale compromesso? Siamo solo a metà, ma ho commesso errori e sono stato sfortunato. Se non avessi rotto al Mugello, magari con quei 20-25 punti in più non avrei preso rischi ad Assen...". Rossi e Rossa. Qui però le loro strade si separano. La Ferrari questo rammarico non ce l'ha.
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