Nel calcio contano i fatti, dunque gol e punti conquistati. Sulla forma si può discutere noiosamente, come usa da noi, nel frattempo il Milan ha vinto una partita non memorabile, specie nel primo tempo durante il quale Maignan ha risolto situazioni angoscianti. Il Monza avrebbe meritato ma, per la premessa fatta, il totale lo punisce e spinge il Milan a curto focinho, sarebbe, per ironia, corto muso nella lingua di Fonseca. Ora pensare a Madrid, con Leao in campo al Bernabeu, jolly vincente nel tempio del football, una speranza, un sogno, un progetto, un'illusione, dipende dai gusti e dai gesti. Sul fronte juventino le premesse non stimolavano il gruppo di Thiago Motta, l'ultima impaurita esibizione contro il Parma suggeriva voci basse, la Juve ha avuto la buona sorte di trovarsi di fronte l'Udinese spenta, senza idee e abbastanza fragile in fase difensiva ma ha proposto un football ordinato e pratico; la squadra è cresciuta andando ai due gol e offrendo l'impressione, questa sì prevista, che il recupero di un uomo come Koopmeiners aggiusti la zona di centrocampo garantendo maggiore personalità supportata dal lavoro di Thuram finalmente più presente nella manovra sino a sbloccare il risultato con una elegante giocata, trasformata in porta da un'infelice carambola sul portiere Okoye. Qualche sfasatura difensiva là dove servirebbero chili e centimetri, da ricercare a gennaio anche se le finanze non favoriscono voli di fantasia. La vittoria, dopo due pareggi, è diventata una notizia e rappresenta vitamina nel viaggio verso Lille, pericoloso impegno di champions league. Oggi assisteremo alla prova del 9 del Napoli contro l'Atalanta.
Conte e Gasperini propongono un football simile anche se il Napoli ha un organico tecnicamente superiore, ribadito dal primato in classifica ma la Dea ha saputo superare contrattempi critici. Il risultato del Maradona sarà come una sentenza.
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