Marzio Innocenti è presidente della Fir dal marzo 2021. Livornese classe 58, Capitano della Nazionale nella Coppa del Mondo 1987 e pluriscudettato con il Petrarca Padova, ha ricoperto poi ruoli di allenatore, dirigente e per due tornate di presidente del Comitato Regionale Veneto. Domenica 15 settembre chiede il rinnovo della fiducia dopo un mandato che ha visto grandi risultati sportivi ma anche contrasti con i club del massimo campionato.
Presidente Innocenti qual è lo stato di salute della Federazione?
«Quando ci siamo insediati, abbiamo trovato un deficit strutturale di 8 milioni su un bilancio di 35, coperto dalla precedente governance con le vendite delle quote CVC alla Celtic League (ora URC, ndr). Ora abbiamo consolidato un fatturato di 42 milioni grazie a investimenti mirati e ai successi della Nazionale, che hanno migliorato l'appeal commerciale e popolare del rugby. Il lavoro sulle relazioni istituzionali nazionali ed internazionali, ereditate in uno stato di sostanziale crisi e ora completamente ricostruite, ha permesso di pianificare investimenti a medio e lungo termine grazie ad una credibilità mai così forte».
L'accusa principale dei suoi avversari è però un deficit di circa 9 milioni nell'ultimo bilancio.
«I conti sono a posto, abbiamo semplicemente utilizzato parte della grande riserva patrimoniale che la Federazione non può tenere immobilizzata per intensificare gli investimenti a tutti i livelli del rugby, avviando processi virtuosi basati sulla sostenibilità. Tutte le federazioni del Tier 1 stanno affrontando enormi situazioni debitorie, l'Italia è una delle nazioni rugbistiche più virtuose, avendo investito senza indebitarsi, come dimostrano i numeri».
Come mai l'anno scorso avete bloccato le retrocessioni a campionato in corso?
«La Federazione era orientata per un campionato a otto, per alzare il livello competitivo in una prima fase di transizione verso un campionato da sviluppare progressivamente, i Club di Elitè hanno chiesto fermamente di tornare a dieci e questo è stato fatto, ovviamente bloccando le retrocessioni».
Perché il rugby italiano dovrebbe riconfermarla?
«Nel 2024 l'Italia ha giocato il miglior Sei Nazioni di sempre, con l'Olimpico pieno e una squadra giovanissima figlia di un sistema di formazione efficace che abbiamo ulteriormente migliorato riportando i Club al centro dopo anni di totale esclusione. Per la prima volta gli arbitri italiani sono protagonisti nei contesti più prestigiosi, e una crescita dei tesserati nelle categorie giovanili e nelle scuole è certificata dai numeri. Il rugby italiano sta rifiorendo, con ulteriori investimenti previsti per le aree che rimangono più in difficoltà. Sono fiducioso, il rugby mi ha dato tanto, e non ho ancora finito di restituirgli quanto dovuto».
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
In relazione all’affermazione del Presidente Federugby, Marzio Innocenti, che dichiara che quando è stato eletto nel marzo 2021 ha ereditato un bilancio – chiuso al 31.12.2020 – con un disavanzo pari ad 8 milioni di euro, si precisa che, al contrario, il bilancio al 31.12.2020 è stato approvato con un avanzo di 4.253.532,30 € ed una cassa pari a circa 7 milioni di euro, come peraltro è facilmente verificabile leggendo i bilanci che la FIR pubblica sulla propria pagina internet https://federugby.it/consiglio-federale-approvato-il-bilancio-consuntivo-2020. Il Presidente Alfredo Gavazzi è morto e non può replicare alla falsa affermazione ma per lui parlano dei fatti che non possono certo essere smentiti.
Roberto Zanovello, Stefano Cantoni, Fabio Beraldin
(Consiglieri federali FIR dal 2016 al 2020)
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