S. Siro, la resa dei conti tra Sala e club (con la minaccia San Donato)

Domani l'incontro decisivo tra sindaco, Milan e Inter per il progetto ristrutturazione dello stadio

S. Siro, la resa dei conti tra Sala e club (con la minaccia San Donato)
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Secondo i boomakers la melina non è finita, le trattative non si chiuderanno in poche ore ma l'affaire San Siro alla fine andrà in porto. Domani alle 11 è fissato l'incontro decisivo tra il sindaco di Milano Beppe Sala (in foto), Milan e Inter e il colosso delle costruzioni Webuild che a inizio agosto ha consegnato alle squadre il progetto di ristrutturazione dello stadio Meazza. Sala tenterà il tutto per tutto per evitare di passare alla storia come il sindaco che ha fatto scappare il calcio, anche se la telenovela in sei anni ha regalato continui colpi di scena. Dalla sua ha che le squadre sono costrette a fare economia, tradotto: a rimanere insieme per contenere i costi. Il Milan continua a ribadire che il piano b per lo stadio di proprietà a San Donato è apertissimo, le bonifiche sono iniziate a giugno e anche la mossa avviata giorni fa dal Comune (di Milano) per far inserire il borgo di Chiaravalle, poco distante dai terreni acquistati dai rossoneri, tra i nuovi siti Unesco non sarebbe un ostacolo. Ma i costi del progetto rispetto alle stime iniziali sono già schizzati del 10%, da 948 milioni a oltre 1,2 miliardi. E se è vero che anche l'investimento su San Siro sarebbe quasi il doppio rispetto alle stima iniziale di Webuild, 700 milioni divisi a metà con i «cugini» diventano una spesa sostenibile. Più improbabile invece che i nerazzurri possano seguire il Milan a San Donato, anche se alla vigilia del vertice questa ipotesi viene fatta circolare, forse più per strategia. Sala giorni fa ha puntualizzato: «Non vogliamo guadagnarci, il prezzo non lo stabiliamo noi ma l'Agenzia delle Entrate a cui abbiamo affidato un incarico formale. Lavoriamo su due o tre ipotesi di aree vicine, valutiamo fin dove le squadre possono avere interesse a spingersi. Per farci cosa? É da definire, ma il punto fermo sono le regole del Pgt». Si tratta sul pacchetto completo, stadio e terreni intorno su cui Milan e Inter vogliono realizzare spazi commerciali, hotel o servizi per fare business e rientrare dall'investimento. E mezza sinistra è tornata ad alzare paletti come nel 2019 sul progetto per il nuovo stadio vicino al Meazza. Che i club non hanno tolto dal tavolo.

Sull'iter Sala ha spiegato che il Comune dovrà lanciare una

gara «e ad oggi andrebbe strutturata dando il ruolo fondamentale alla funzione del calcio» e «con due possibilità, sia di vendita che di concessione a lungo periodo, 90 anni o qualcosa del genere». Domani la resa dei conti.

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