Londra. Esordio amaro per Maurizio Sarri. Alla prima uscita ufficiale sulla panchina del Chelsea - nel preludio stagionale della Community Shield, la Supercoppa inglese - l'ex tecnico del Napoli ha subito una severa lezione dal Manchester City di Guardiola. Una sconfitta netta, ben al di là del punteggio, con un solo tiro dei Blues senza pretese nella porta dei Citizens, quello del 17enne Callum Hudson-Odoi. Per il resto è stato solo City, superiore nel possesso palla, nell'organizzazione del gioco, nel numero di palle-gol (8 a 1).
Certo non mancano gli alibi a Sarri, arrivato a Londra da meno di un mese. Il suo Chelsea (come peraltro il City) era privo dei suoi giocatori migliori (e chissà se alla fine riuscirà a convincere Eden Hazard a restare). E la rosa dei Citizens è di gran lunga più competitiva, oltreché meglio collaudata. Ma il ritardo del Chelsea è apparso a tratti sconfortante. Se le strategie di mercato del club londinese appaiono quanto meno confuse, la stessa vaghezza si è riflessa a livello tecnico-tattico. E ieri a Wembley i Blues sono stati semplicemente surclassati dai campioni d'Inghilterra. «Sapevamo che sarebbe stata una partita molto difficile e di dover migliorare ancora tanto. Non sono né sorpreso né deluso per questo esordio. C'è da lavorare e sono qui per questo», così Sarri.
Gli attuali limiti del Chelsea hanno finito per esaltare le qualità dei Citizens: più reattivi, meglio ordinati, puntuali in difesa e pericolosi in attacco. E con un Aguero ancora una volta decisivo. Nel primo tempo il centravanti argentino ha realizzato la 200ª rete con la maglia del City; nella ripresa ha firmato il raddoppio della sicurezza. Chiudendo anzitempo la contesa, complice la stanchezza dei Blues, ancora lontani anche da una forma fisica accettabile. Solo la giornata felice di Caballero, autore di almeno tre salvataggi decisivi, ha evitato al Chelsea un parziale ancor più severo, ancorché meritato.
Come unica (parziale) consolazione, Sarri può essere sicuro che tra 7 giorni contro l'Huddersfield nel debutto in Premier League potrà andare peggio. Per Guardiola terzo trofeo negli ultimi sei mesi: «I giocatori hanno interpretato al meglio la partita e hanno meritato la vittoria. Ma saranno solo i risultati a dirci chi siamo».
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