Comunque non è da Juve, dai! Vuoi mettere l'intelligenza di un Allegri, la tigna di Conte, il carisma di Zidane, l'educazione di Deschamps? O l'eleganza di un Boniperti? Non ha neppure il colpo di testa di Charles dai, capace che un mattino ti arriva alla Continassa in scarpe da tennis e canotta, e se si mette a piovere si fa il cappello con la Gazza. E poi cosa c'ha in bocca sempre?
Se lo sono chiesti anche a Londra, poi l'hanno chiamato Sarriball ma prima hanno indagato: ha il mozzicone, ma quanto fuma questo italiano?
Il simpatico Sun gli ha dedicato una paginata, ottanta sigarette al giorno, una ogni dodici minuti per un totale di ventimila a stagione e una spesa che si aggira sui 400mila euro all'anno. E hanno tentato di incastrarlo, in Premier sono severissimi, vietato sfumacchiare allo stadio, neppure chiusi dentro uno stanzino, così sicuri di beccarlo in flagrante gli hanno piazzato telecamere anche sotto la panchina. Allora lui, che sembra sempre mezzo addormentato, se li è fumati, nell'ultima di campionato li ha tenuti tutti lì con in mano un pacchetto per novanta minuti, ogni tanto lo appoggiava sulla panchina e si alzava, poi lo riprendeva e lo metteva sulla balaustra e giù scatti, fotografi a darsi di gomito, il pacchetto più immortalato della storia. Sai che servizio! Gli inglesi vanno fuori di testa per queste cose, e lui non ti accorgi nemmeno se ci ride, sempre la stessa espressione. Ci si sono messi anche i russi, lo psichiatra narcologo Evgeny Brun gli ha ricordato che così sta lacerando le sue arterie, demenza senile precoce e progressiva, arteriosclerosi, attacchi cardiaci: La sua è una promozione al fumo! Niente. Allora hanno deciso che era solo un impenitente scaramantico, quel mozzicone la sua coperta di Linus, e su questo magari non ci sono andati troppo lontano. Se ne raccontano a badilate di queste storie sulla nuova icona del calcio. E sulla sua automobile. Una volta arrivato allo stadio non ha potuto parcheggiare al solito posto perché era occupato, allora ha detto che non se ne faceva più niente, non iniziava neppure la partita finché quel tizio non la spostava e lui ci rimetteva la sua. E a un suo giocatore che nel fare manovra gli aveva gibollato l'auto ha tirato in piedi una scenata invereconda, ma siccome poi ha vinto, ogni volta prima della gara gli andava contro in retromarcia, ma piano. Così come la scelta di presentarsi in tuta, prima vestiva rigorosamente in nero, poi ha perso una serie di gare consecutive e ha deciso di sospendere, mica una scelta proletaria. E la signora lasciata nel posteggio sul pullman perché portava sfiga? Magari è vero, pare ci siano testimoni a mazzi.
A Londra hanno impiegato un po' a capirlo, sorpresi dal suo inglese perfetto, bastava informarsi e avrebbero scoperto che quando lavorava alla Banca Toscana lo avevano spedito alla sede inglese, poi anche in Svizzera, Lussemburgo e Germania, fin quando ha lasciato tutto, si annoiava, per sedersi sulla panchina del Togoleto, seconda categoria, quindici stagioni nel gregge prima di vedere il Pescara e iniziare la scalata. Complicata, come è giusto che sia per chi sceglie di giocarsela a modo proprio. E adesso dopo un'Europa League con il Chelsea, ecco il primo titolo nel suo Paese con gli ex nemici, dopo gli insulti omofobi a Roberto Mancini di Napoli e una polmonite a inizio stagione che nelle teste a punta dei benpensanti aveva suggerito una sola riflessione: Finalmente adesso smetterà di fumare! Niente. Maurizio Sarri non cambia e quel mozzicone è una presa in giro che fa a se stesso, una finta, un'illusione, tutta roba sua.
Gira la voce che adesso gli faranno una squadra come si merita dopo avergli girato gli abiti di Allegri e il suo armadietto. Triennale da sei milioni, alla Juve resta, in sede lo giurano, resta se vince la Champions. Comunque non è da Juve, dai, e poi occhio, ad Arezzo e al Chelsea ha già sostituito per due volte Antonio Conte.
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